I PENSIERI DI ROSALIA
"101" L'ultimatum"
 
da "Ritrovarci": anno XXVIII - numero 1 - marzo 2005

di Rosalia Adorni Fadani

Non è un ultimatum. Non è un'ultima ora di vita. E' invece la prima delle mie ore che mi aggancia al mondo esterno.
Da subito, al mattino, non appena mi alzo, mi collego mentalmente con il mondo, coi fatti, con le persone; prima ancora di bere il caffé è pronto il "101". A notte alta, prima di coricarmi, è l'ultimo numero che vedo, quello che chiude la mia giornata non stop.
Parlo delle pagine di TELEVIDEO, alla televisione; mi piace seguirle; per me sono una bella fonte di informazione. Leggo. Non sono frastornata da tante voci, dai volti, da un'infinità di parole a volte senza senso. Schiaccio il tasto del telecomando (ormai scolorito), appare il "101" …. Parto e….vai!...vai! Quando lo desidero, ora per ora, mi dice tutto in poche righe. Se l'argomento mi interessa passo alla pagina con l'approfondimento di dettaglio. Spesso colgo il sorriso di mio marito che sentenzia: "Oh! Adla lé, cl'è bèla prunta"; ma io non lo sento.
In questo periodo di obbligata lunga clausura, ritmata da una brutta tosse e da una colorita vecchiaia, anche il televideo diventa una terapia che cerco di deglutire lentamente perché, a volte, è molto amara, tragica e, proprio, non va giù.
Quando leggo, come è accaduto il 9 febbraio scorso, la mia attenzione si blocca: "Casalmaggiore. Il Parroco chiude l'Oratorio". Cerchi di capire il più possibile con il quotidiano "La Provincia", con RAI 3 Lombardia, con "Il Corriere", con un colpo di telefono a Don Davide. E il tutto ti dispiace. Sono coinvolti dei ragazzi, per comportamenti scorretti e maleducati, non adatti all'ambiente ( a nessun ambiente) e contro adulti che prestano il proprio servizio. Don Davide da tempo su "Ritrovarci" segnalava questi comportamenti ed ora Don Alberto non poteva più tollerare, accettare che frequentando l'Oratorio non correggessero questa cattiva educazione, anche per rispetto verso se stessi. Sarà stato utile quel cartello sulla porta chiusa dell'Oratorio? Non posso pensare:" Mah, ai miei tempi…..". Già. Ma quei tempi non esistono più. Tutto è cambiato….e non sempre in bene. Ma la colpa non è dei ragazzi, né di ieri né di oggi.
Il Cardinal Martini, in una lettera pastorale del 2001, esprimeva questo suo pensiero: "Penso, per limitarmi ad un significativo esempio, alla ricchissima tradizione dei nostri Oratori, giusto vanto della nostra storia di fede, e mi domando in che modo poterebbero sempre più corrispondere alle inquietudini e alle sfide delle giovani generazioni, in cerca di alternative alla monotonia dei doveri del giorno in notti dilatate, riempite dai suoni forti delle discoteche, con gesti e segni illusori, indecifrabili sovente agli adulti."
Auguri, Don Davide!… Augurissimi, Don Alberto!
Il mio tempo libero è completato dalla lettura di buoni libri che, uniti ai lavori domestici, alla lettura del "Corriere", all'ascolto dei TG, alla separazione delle varie medicine, …. scacciano in parte la dipendenza da noia per anzianità.
In questi giorni sto terminando l'interessante libro di Don Alberto: "A tutto campo. Orizzonti pastorali". E' un campo seminato e coltivato con coraggio, con diversi ostacoli che io riesco a superare con l'aiuto del vocabolario Zingarelli del '29, sempre al mio fianco. La colpa è della mia limitata cultura a confronto con quella immensa del mio Parroco. Grazie, Don Alberto, del regalo azzeccato. Sono a pagina 138: Don Primo Mazzolari, il Prete di Bozzolo che ha saputo obbedire in piedi, rimanendo "uomo di Dio". Lo studioso Giorgio Campanili scrive che Don Primo era solito rispondere. "Bacio la mano che mi sigilla la bocca".
E qui mi concedo una breve sosta in quel di Bozzolo, per salutare un amico, un altro prete, uomo di passione e di certezze evangeliche: "Un caro saluto a Lei, Don Paolo. La ricordo con amicizia. Rosalia"
Ritorniamo a noi. Abbiamo iniziato il 2005, ed è vero: io tra di voi ancora con questa ultima pagina di Ritrovarci. Fino a quando? Ma è anche vero che, ora più che mai, vanno di moda gli anziani (Armani non c'entra). Siamo troppi, veniamo cucinati in tutte le salse. Ci fanno mille proposte, ci insegnano come assumere le medicine, perché c'è il rischio che mettiamo le pillole, le compresse e le gocce in mezzo ad un toast con maionese peperoncino. Dobbiamo invecchiare bene; quando saremo alla fine ci sveleranno il segreto per farlo. Per ora speriamo soltanto: "come Dio vorrà".
La settimana di Pasqua ci ha ricordato gli eventi storici che riguardano l'uomo Gesù; però questi eventi superano la storia stessa: la Resurrezione è un atto divino che fa appello alla fede, alla nostra fede.
Auguri! Che la gioia della Pasqua cristiana sia in mezzo a tutti voi.

Rosalia Adorni Fadani


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