Voglia di trasformare la realtà del mondo d'oggi in un sogno,
un sogno che può riempire la mia notte di incubi. Infamia, orrori,
ingiustizie, odio, bombe che scoppiano, occhi di bambini pieni di tristezza;
tutto si può rivivere in forme fluttuanti, imprigionate nel sogno
da cui non riescono ad evadere.
La realtà, al mattino, quando mi sveglio, è diversa. Tutto
sembra cambiato. Ancora non me ne rendo conto, ma osservo le cose con
un altro sguardo. Provo una sensazione di pace. Posso guardare i telegiornali
senza chinare la testa, posso leggere gli articoli di cronaca senza chiedermi:
"Perché tutto questo?". Posso confrontarmi con la mia
fede "con più fede".
Si è lievemente attenuato quel disorientamento che mi prende pensando
ai giovani. Spesso mi chiedo: "Com'è possibile per loro pensare
ad un domani sereno, positivo? Essere protagonisti del loro tempo, utilizzando
l'energia di cui dispongono? Impegnarsi in una sana gioia di esserci per
costruire un mondo migliore?"
Ora, però, mi sveglio completamente e mi rendo conto che di vero
c'è il tempo che passa; di vero c'è il bene che si nasconde,
che non riesce ad emergere; ci sono sempre valori da rendere più
credibili; ci sono forti testimonianze che vivono e operano nel silenzio.
Di vero c'è l'innocenza, c'è la vita dei bambini da salvaguardare
in tutte le sue forme. Sono i più indifesi, i più vulnerabili;
soffrono e muoiono senza alcuna colpa.
Di vero c'è una speranza che può sprigionarsi con forza
dentro di te, che ti fa sentire viva, attenta al presente.
Non è vero che molto di ciò che accade è lontano
da noi, che fa parte di altre nazioni, di popoli diversi da noi. Oggi
tutto può raggiungere tutti. Non possiamo rinchiuderci nella nostra
"Bella Italia". Anche da noi, che succede? Non passa giorno
senza che accadano fatti orrendi, rapine, suicidi , morti ammazzati, episodi
che scuotono anche le coscienze più indurite.
Di vero c'è un foglio nel mio quotidiano che in questi mesi viene
ripetuto spesso, sempre lo stesso monito. E' di Oliviero Toscani. Non
è provocatorio, non dovrebbe far discutere. Questo è del
20 novembre scorso: tutto di colore grigio, con due fasce verticali laterali
di colore nero, alternato a sottili righe bianche; stanno ad indicare
le corsie di un'autostrada. Stampata a centro pagina, in un colore rosso
vivo, a grandi caratteri, la frase:" NON UCCIDERE". Posizionati
in diversi punti compaiono dei numeri. Sono i dati relativi agli incidenti
stradali: ai giorni di venerdì, sabato e domenica corrispondono
i valori più elevati. Ciò che colpisce maggiormente è
l'età: tra i diciotto e i ventinove anni si registrano le vittime
più numerose. Sono giovani, sono troppi! Quanti i posti lasciati
vuoti, quanto dolore infinito rimane nelle famiglie. E il rosso di quel
monito "NON UCCIDERE". Ci sono tanti modi di uccidere; questo
è uno stillicidio che si ripete ad ogni "week end".
Di vero c'è il Natale che arriverà fra poco. C'è
Gesù Cristo che nasce e muore in mezzo a noi. Risorge ed è
presente per stare accanto a te.
Di vero c'è la mia gioia provata oggi: sono tornata alla "Santa
Federici" a trovare i nostri ragazzi. Li ho visti con piacere. I
saluti festosi, le domande semplici, gli occhi che ti scrutano e parlano.
Qui si respira l'aria di un "luogo buono".
Di buono c'è il bene dei miei familiari: marito, figli, nuore e
nipoti a Natale mi coinvolgono. Portano in casa vita nuova. Ti senti giovane
in mezzo a loro. Tutti riuniti: qui è la festa.
Di vero ci sono le statuine del presepio che anche quest'anno risaliranno
dalla cantina per occupare il loro posto tradizionale. Si accendono le
luci, i ricordi, le preghiere di tanti Natali.
Di vero ci sono le "istantanee" dei volti di tanti anziani.
Li guardi, senti le loro voci che si ripetono con rassegnazione. Sono
gli ospiti della Casa di riposo "Conte Busi": Rosalia, fermati,
siediti
ma ora seduta ci sono anche troppo.
Di vero rimane l'Augurio di Ritrovarci che, senza cellulari, senza messaggini,
si fa presente in ogni casa col suono festoso delle campane di Natale.
Ascoltiamole!
Rosalia Adorni Fadani
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