Profondo conoscitore della materia, Mario Palmaro, autore di uno splendido
volume (Ma questo è un uomo, ed. San Paolo) di indagine storica,
politica, etica e giuridica sul concepito, ha intrattenuto per oltre un'ora
il numeroso e attento pubblico presente all'incontro sul tema della fecondazione
assistita, così come è stato affrontata dalla legge 40 licenziata
dal Parlamento italiano poco meno di un anno fa ed ora sottoposta a probabile
referendum popolare.
Dopo aver presentato i principali contenuti della legge, frutto di un
compromesso tra le varie forze politiche e culturali presenti nel Parlamento,
Palmaro ne ha fatto oggetto di attenta e interessante analisi, sia dal
punto di vista scientifico, sia, soprattutto, dal punto di vista etico
e giuridico. Molte le considerazioni esposte: che vanno dal rispetto dell'embrione,
che è già "vita umana"; alle tentazioni eugenetiche
che, comunque, la tecnica della Fivet (Fecondazione In Vitro con Embrio-Transfer)
porta con sé; alle analisi del desiderio di paternità-maternità,
che rischia di introdurre una rapporto di padronanza sul figlio da parte
dei genitori, anziché di accoglienza; alla sostituzione delle figure
genitoriali con le figure del tecnico e del medico, che sono i veri autori
della fecondazione in vitro; alle difficoltà del legislatore, che
oggi sempre meno fa riferimento al diritto naturale.
Certo, la legge attuale è sempre meglio rispetto al precedente
Far West e anche rispetto ai progetti legislativi più permissivi
in materia. Rimane comunque il giudizio sostanzialmente negativo della
legge 40, che non è una "legge cattolica" (come è
stata fatta passare), in quanto il ricorso alle tecniche di fecondazione
assistita rivela una cultura circa l'accoglienza della vita, circa il
matrimonio e la famiglia, non solo non in linea con la visione cattolica,
ma nemmeno con i dati fondamentali della legge naturale.
Richiesto di un parere sul prossimo referendum, Palmaro non ha nascosto
la sua preferenza per una scelta di astensione: non solo per far fallire
il referendum, ma anche per prendere le distanze da logiche di compromesso
su temi, che invece richiedono scelte più coerenti e radicali.
Al termine dell'incontro, Mario Palmaro ha brevemente presentato la rivista
di apologetica Il Timone, di cui è uno dei collaboratori. Il parroco,
don Alberto, ne ha raccomandato la lettura e l'abbonamento.
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