"Terzium Non Datur"
Chiedere ai giovani un cristianesimo più… cristiano e meno generico
da "Ritrovarci": anno XXVII - numero 4 - ottobre 2004

di Don Alberto

Lo spunto di questa riflessione viene dalla programmazione della catechesi:
il venerdi è il giorno fissato per la catechesi degli adolescenti e dei giovani, e nelle intenzioni l'idea è di condividere dalla prima superiore ai giovani un primo momento di incontro per poi protrarre la discussione i piccoli gruppi di età più omogenea. L'appuntamento è fissato per le 20 30 e la conclusione mai oltre le 21 30.
Ma la catechesi non basta per poter dire di vivere cristianamente l'età della giovinezza e dell'adolescenza: la preghiera personale, la S. Messa della domenica… ma poi perché non anche la S. Messa nei giorni feriali? Ma ve lo immaginate voi un giovane, meglio, un adolescente che va a messa un mercoledì, o un giovedì. E senza esserne invogliato dall'anniversario dello zio defunto l'anno prima. Un adolescente che va a messa di mercoledì e non perché andrà in seminario o nei frati ma, semplicemente, perchè è cristiano e ha pochi compiti per il giorno successivo. Anzi - peggio - pur avendo la mega interrogazione, si è organizzato per ha ritenuto che non sarebbe stata la mezz'ora della messa feriale a garantirgli la sufficienza? Dico: ve l'immaginate? Forse non riuscite. Io sì! Straordinario? No, normale. Cristianamente normale.
Ma oggi ciò che una volta era abituale o che oggi - a logica - potrebbe essere normale non lo è più. L'adolescente che recita il rosario, il giovane che partecipa ai vespri, il ragazzo che sa cosa è l'adorazione eucaristica, l'adolescente che arriva puntuale a messa, il giovane che si confessa mensilmente… tutto rischia di essere considerato straordinario. E, invece, dovrebbe essere normale. E normale dovrebbe essere il proporlo.
Fidanzati che si rispettano e arrivano casti alle nozze, ragazzini che arrivano tardi all'allenamento perché per loro il catechismo è più importante e altri che rifiutano il prosciutto in mensa al venerdì di quaresima: straordinario o normale, eccessivo o giusto, possibile o "sarebbe bello".
Oggi tutto sembra confuso e ognuno sembra capace di convivere con le proprie antitesi anziché indirizzare la propria ricerca verso l'Uno e il Semplice. Ma un adolescente cristiano dovrà pur distinguersi in un qualcosa di visibile, di tangibile e non per una generica faccia pulita e un istintivo pacifismo.
Se è vero che la nostra società è scristianizzata, il cristiano dovrà pur scontrarsi con essa, dovrà pur combattere le sue battaglie, troverà pur idee contrastanti da affrontare, smascherare, combattere. Perché se un adolescente cristiano vive una relazione serena e pacifica con la società contemporanea, delle due l'una: o la nostra società è cristiana (e non lo è) o i nostri adolescenti cristiani sono un po' annacquati. Tertium non datur!


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