I martiri Saturnino e Emerito sono le nostre radici.
Che figura che ci facciamo!!!
"La realtà della Messa delle 10 e trenta"
Il nodo della diserzione dei ragazzi non sono loro; ma gli adulti, ai quali sfugge ormai una visione integrale della proposta cristiana. Ma: o si è cristiani del tutto, o non si gusta la bellezza dell'essere cristiani
da "Ritrovarci": anno XXVII - numero 4 - ottobre 2004

 

Il nostro Vescovo, mons. Dante Lafranconi, in vista del nuovo anno pastorale, ha consegnato agli oratori una lettera che, legandosi all'itinerario diocesano dello scorso anno sull'iniziazione, mette al centro dell'attenzione la S. Messa della domenica e il Giorno del Signore.
Il cammino della catechesi è proposto ai ragazzi per introdurli, attraverso la celebrazione della prima confessione, della prima comunione e della cresima, al senso della vita cristiana il quale è riassunto nella Domenica, il Giorno del Signore. E poiché l'Eucarestia è il culmine del cammino di fede dei nostri ragazzi ne consegue che essa è anche il centro della domenica.
Dunque: "come è vero che la Domenica non si riduce alla celebrazione eucaristica, è altrettanto vero però che senza di essa la Domenica perde il suo baricentro".
La lettera contiene molti altri spunti, raccolti e sviluppati poi dalla programmazione annuale diffusa dalla Federazione Oratorio del nostro don Giampaolo, ma già queste poche battute si prestano per una immediata constatazione sulla nostra comunità di Santo Stefano in Casalmaggiore.

Sono davvero pochi i bambini e i ragazzi che partecipano alla S. Messa delle 10 e trenta. E poco vale pensare che tanti siano al Santuario della Fontana, che siano a Messa in altri paesi perché si è andati a trovare la nonna, che partecipino alla S. Messa in altri orari o che il nostro duomo sia talmente grande che i bambini non si notano e spariscono, persi nell'immensità delle arcate. La realtà è che la S. Messa delle 10 e trenta è disertata dai bambini e dai ragazzi perché i bambini e i ragazzi della nostra parrocchia "perdono" la S. Messa domenicale.
Oddio, non siamo i più cattivi visto che è sempre il nostro Vescovo che, rivolgendosi direttamente ai più giovani, scrive: "Sento che molti con grande facilità tralasciano di partecipare alla Messa festiva.
Mi chiedo: come mai si fa una gran festa per la Messa di prima Comunione dando a vedere che è un giorno atteso, importante, e poi… la settimana dopo s'è già scordato tutto? Vi sembra normale?".
Tuttavia il mal comune più che un mezzo gaudio è, come dice la versione spagnola del proverbio, la consolazione dei tonti.
Il nodo della questione, comunque, non sono i ragazzi ma gli adulti.
Gli adulti credenti della nostra comunità cristiana chiamati a testimoniare uno stile con cui vivere il Giorno del Signore e con il quale rendere la S. Messa sempre più degna del Mistero di Resurrezione che in essa si celebra: sacerdoti, lettori, coristi, assemblea tutta.
Gli adulti genitori che iscrivono i loro ragazzi al cammino di catechesi: sono chiamati ad una testimonianza di coerenza, perché è davvero poco efficace in termini educativi condurre i figli al catechismo e poi non alla S. Messa domenicale. Per non parlare della ritirata delle famiglie dall'ambiente dell'Oratorio che, invece, dovrebbe essere la vera palestra per allenare i ragazzi alla vita cristiana. (Evidentemente si preferiscono altre palestre…).
Nodo della questione sono gli adulti nel momento in cui consegnano i propri figli alla scuola o alle varie associazioni sportive, di danza, di musica, etc…
Non tocca alla scuola o alle varie associazioni laiche offrire, motu proprio, gli spazi per la Messa domenicale, per il catechismo e per la partecipazione alla Via Crucis della Quaresima. Ma spetta ai genitori, primi e insostituibili educatori, proprio in nome della laicità, sottolineare come loro diritto il rispetto di tali spazi religiosi. Una mensa non è tenuta ad offrire, sua sponte, il magro nei venerdì di quaresima: ma guai se non lo facesse dietro la richiesta di un gruppo di genitori. Ma mi chiedo: esiste un simil gruppo di genitori? Così è per le gite scolastiche che si tengono a cavallo della domenica o dei raduni sportivi che scoloriscono il Giorno del Signore nel week-end agonistico. Genitori: forza! In piedi!
E pensare che - ricorda sempre il Vescovo Dante - Saturnino ed Emerito, nell'anno 304, durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano, insieme ad altri 47 cristiani ad Abitene, una cittadina dell'Africa Proconsolare Romana (l'attuale Tunisia), di fronte al capo d'accusa - essersi riuniti in casa di Emerito a celebrare il giorno del Signore - che poi li avrebbe portati al martirio dichiararono: "non possiamo vivere senza la Domenica".
Saturnino e Emerito sono le nostre radici. Che figura che ci facciamo!!!


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