Il nostro Vescovo, mons. Dante Lafranconi, in vista del nuovo anno
pastorale, ha consegnato agli oratori una lettera che, legandosi all'itinerario
diocesano dello scorso anno sull'iniziazione, mette al centro dell'attenzione
la S. Messa della domenica e il Giorno del Signore. Il cammino della catechesi
è proposto ai ragazzi per introdurli, attraverso la celebrazione della
prima confessione, della prima comunione e della cresima, al senso della vita
cristiana il quale è riassunto nella Domenica, il Giorno del Signore. E
poiché l'Eucarestia è il culmine del cammino di fede dei nostri
ragazzi ne consegue che essa è anche il centro della domenica. Dunque:
"come è vero che la Domenica non si riduce alla celebrazione eucaristica,
è altrettanto vero però che senza di essa la Domenica perde il suo
baricentro". La lettera contiene molti altri spunti, raccolti e sviluppati
poi dalla programmazione annuale diffusa dalla Federazione Oratorio del nostro
don Giampaolo, ma già queste poche battute si prestano per una immediata
constatazione sulla nostra comunità di Santo Stefano in Casalmaggiore.
Sono davvero pochi i bambini e i ragazzi che partecipano alla S. Messa
delle 10 e trenta. E poco vale pensare che tanti siano al Santuario della Fontana,
che siano a Messa in altri paesi perché si è andati a trovare la
nonna, che partecipino alla S. Messa in altri orari o che il nostro duomo sia
talmente grande che i bambini non si notano e spariscono, persi nell'immensità
delle arcate. La realtà è che la S. Messa delle 10 e trenta è
disertata dai bambini e dai ragazzi perché i bambini e i ragazzi della
nostra parrocchia "perdono" la S. Messa domenicale. Oddio, non siamo
i più cattivi visto che è sempre il nostro Vescovo che, rivolgendosi
direttamente ai più giovani, scrive: "Sento che molti con grande facilità
tralasciano di partecipare alla Messa festiva. Mi chiedo: come mai si fa una
gran festa per la Messa di prima Comunione dando a vedere che è un giorno
atteso, importante, e poi
la settimana dopo s'è già scordato
tutto? Vi sembra normale?". Tuttavia il mal comune più che un
mezzo gaudio è, come dice la versione spagnola del proverbio, la consolazione
dei tonti. Il nodo della questione, comunque, non sono i ragazzi ma gli adulti.
Gli adulti credenti della nostra comunità cristiana chiamati a testimoniare
uno stile con cui vivere il Giorno del Signore e con il quale rendere la S. Messa
sempre più degna del Mistero di Resurrezione che in essa si celebra: sacerdoti,
lettori, coristi, assemblea tutta. Gli adulti genitori che iscrivono i loro
ragazzi al cammino di catechesi: sono chiamati ad una testimonianza di coerenza,
perché è davvero poco efficace in termini educativi condurre i figli
al catechismo e poi non alla S. Messa domenicale. Per non parlare della ritirata
delle famiglie dall'ambiente dell'Oratorio che, invece, dovrebbe essere la vera
palestra per allenare i ragazzi alla vita cristiana. (Evidentemente si preferiscono
altre palestre
). Nodo della questione sono gli adulti nel momento in
cui consegnano i propri figli alla scuola o alle varie associazioni sportive,
di danza, di musica, etc
Non tocca alla scuola o alle varie associazioni
laiche offrire, motu proprio, gli spazi per la Messa domenicale, per il catechismo
e per la partecipazione alla Via Crucis della Quaresima. Ma spetta ai genitori,
primi e insostituibili educatori, proprio in nome della laicità, sottolineare
come loro diritto il rispetto di tali spazi religiosi. Una mensa non è
tenuta ad offrire, sua sponte, il magro nei venerdì di quaresima: ma guai
se non lo facesse dietro la richiesta di un gruppo di genitori. Ma mi chiedo:
esiste un simil gruppo di genitori? Così è per le gite scolastiche
che si tengono a cavallo della domenica o dei raduni sportivi che scoloriscono
il Giorno del Signore nel week-end agonistico. Genitori: forza! In piedi! E
pensare che - ricorda sempre il Vescovo Dante - Saturnino ed Emerito, nell'anno
304, durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano, insieme ad altri 47
cristiani ad Abitene, una cittadina dell'Africa Proconsolare Romana (l'attuale
Tunisia), di fronte al capo d'accusa - essersi riuniti in casa di Emerito a celebrare
il giorno del Signore - che poi li avrebbe portati al martirio dichiararono: "non
possiamo vivere senza la Domenica". Saturnino e Emerito sono le nostre
radici. Che figura che ci facciamo!!! |