"Se' di speranza fontana vivace"
La Vergine Madre Maria:
ossia il "caso serio" del Cristianesimo
da "Ritrovarci": anno XXVII - numero 3 - giugno 2004

di don Alberto



Maria, la donna di Nazareth, scelta da Dio per diventare la Madre del suo Figlio, è il segno più grande della "riuscita" del Cristianesimo nel nostro mondo, il segno più grande della vittoria della sfida di Dio - nella persona del Figlio - sul peccato, sulle tenebre, sulla morte. Senza il sì di Maria, pienamente donato e liberamente accolto, il Cristianesimo sarebbe una scommessa non compiuta, si ridurrebbe ad essere una proposta morale esigente e insieme impossibile, sarebbe un evento di salvezza che tocca solo tangenzialmente il mondo senza penetrarlo. E' proprio il sì di Maria che fa della sua carne il grembo stesso di Dio nel nostro mondo, il tempio dello Spirito Santo, l'arca della alleanza nuova e definitiva di Dio con l'umanità. Maria è il grande segno che la nostra terra è stata scelta da Dio per diventare la sua tenda, la sua abitazione. E' il grande segno che il deserto della nostra povertà (è questo il sommo significato della verginità di Maria: verginità come terreno sassoso, dunque sterile) può essere trasformato e fecondato dalla rugiada della potenza di Dio, diventando un giardino fiorito.
In lei giunge a compimento tutto quanto il mondo poteva esprimere e preparare per la venuta di Dio: la disponibilità, la ragionevolezza della fede, la libertà, la responsabilità, la fecondità. E giunge a compimento l'intero progetto di Dio di salvare il mondo: perché Maria è la prima "salvata", è la prima "redenta" di una lunga serie di salvati e di redenti che siamo tutti noi. E' la nuova Eva che, dopo il no della prima Eva, inverte, e per sempre, la direzione di marcia dell'umanità, trascinandola in un cammino di fedeltà a Dio e alla sua Parola.
Tutte le tappe della vita della Madonna - dall'immacolata concezione nel seno della madre Anna, ai piedi della croce sul Calvario, fino al raggiungimento della gloria del Figlio nell'evento della assunzione al cielo (la "dormizione" secondo il linguaggio dei cristiani dell'oriente) - non sono soltanto dei capitoli della biografia privata di Maria, ma costituiscono l'itinerario, perfettamente riuscito e compiuto, dell'esistenza cristiana.
Non solo. Nella risposta di Maria al disegno di Dio si attua - definitivamente, totalmente ed esemplarmente - la libera risposta di Israele e dell'intera umanità alla volontà di Dio. Il sì della Vergine acquista - proprio perché si trova agli albori del NT, come il sì di Abramo si trovava agli albori dell'AT - una singolarità unica, una originalità storico-salvifica che non va ristretta allo spazio della vita singola della Madonna. Per questo S. Ireneo potrà dire che Maria, obbedendo all'angelo, diventa causa di salvezza non solo per sé, ma per tutto il genere umano. San Tommaso, nel suo Trattato sull'Incarnazione riassumerà la risposta dei Padri della Chiesa e dei teologi: "Consensus Virginis expetebatur loco totius humanae naturae" (Summa Teologica III, q.30, art. 1): il sì di Maria viene pronunciato in rappresentanza dell'intera umanità. Ecco perché il Concilio Vaticano II ha potuto affermare che Maria "ha cooperato in modo tutto speciale all'opera del Salvatore…per questo è stata per noi la madre nell'ordine della grazia" (Lumen Gentium, n. 61). La risposta di fede della Madonna, conformemente alla legge biblica della solidarietà, non è solo la causa esemplare, ma rimane il fondamento di ogni risposta credente. La risposta di Maria è la prima azione della Chiesa, non solo modello ma anche fonte di ogni risposta futura dei discepoli di Gesù. Maria è dunque "madre nell'ordine della grazia", sul versante della risposta, non certo sul versante del dono: il dono della salvezza può venire unicamente da Dio attraverso la donazione del proprio Figlio, ma l'accoglienza di tale dono è stata possibile fontalmente in Maria e, grazie a Lei, diventa possibile in ciascuno di noi. Come dice il nostro Dante: "se' di speranza fontana vivace".
Ecco perché Maria rappresenta il "caso serio" del Cristianesimo. Senza di lei, la vicenda cristiana rimarrebbe ai margini della storia del mondo. Senza di lei, non sarebbe stata possibile l'incarnazione del Verbo, ossia l'umanizzazione di Dio. Senza di lei, che ha radicato la vicenda di Gesù nella carne dell'uomo e nelle pieghe della nostra storia e della nostra geografia, il cristianesimo sarebbe rimasto una gnosi, una dottrina, un'etica, una proposta sapienziale, un'ideologia religiosa: ma non un evento storico e reale di salvezza. Senza di lei, Dio non sarebbe mai potuto diventare di casa nel nostro mondo, ma sarebbe rimasto uno straniero, una presenza muta, anonima e trascendente, incomunicabile all'uomo perché totalmente inconoscibile. Senza di lei, sarebbe giustificata ogni iconoclastia, sarebbe messa al bando ogni immagine di Dio. Senza di lei, il dono della fede non avrebbe mai potuto accendere, coinvolgere e dilatare la libertà, l'intelligenza e la responsabilità dell'uomo. Senza di lei, "segno di consolazione e di sicura speranza", non avremmo mai avuto la certezza che una figlia della nostra terra, insieme al Figlio di Dio, potesse raggiungere la beatificante patria del cielo, portando con sé, insieme al proprio corpo, anche tutto il deposito della propria storia umana.
Ecco perché Maria non sta ai margini della nostra esistenza cristiana. La sua presenza si prolunga nella esistenza materna della Chiesa, senza la quale non si può né comprendere né vivere l'esperienza cristiana, come ci insegna San Cipriano: "Non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per madre". Formidabile intuizione e formidabile formula! Perche il Dio che ha creato l'uomo maschio e femmina, incarnandosi nella persona del Figlio attraverso il grembo di Maria, si è rapportato all'uomo mediante una dimensione di paternità e di maternità, entrambi essenziali nella vita di fede, come essenziali sono nella stessa esperienza umana.
Il nostro rapporto con Maria non può essere confinato esclusivamente nella "devozione": è momento essenziale nel nostro rapporto con Gesù Cristo, che sulla croce ha lasciato come testamento a Giovanni - e in lui ad ogni discepolo e all'intera Chiesa - il dono e la consolazione di una Madre amorosa, Madre di Dio e Madre di ogni uomo, che ci genera continuamente alla vita del Figlio, Verbo incarnato e da incarnare in ogni tappa della storia, nella risposta di ogni uomo e di ogni donna alla chiamata di Dio.

Don Alberto


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