Nel salone rinnovato dell'Oratorio "Maffei", Marta Dell'Asta,
ricercatrice presso il Centro "Russia Cristiana" - una benemerita
istituzione fondata e diretta da padre Romano Scalfi - ha preso per mano
un pubblico numeroso ed attento, per guidarlo alla scoperta del dissenso
in Unione Sovietica all'interno del primo totalitarismo del Novecento.
L'incontro è stato presieduto da Luigi Canalini, di Alleanza Cattolica,
che da anni svolge con vasta competenza un appassionato apostolato culturale.
Marta Dell'Asta, profonda conoscitrice della storia e della cultura della
Russia moderna e contemporanea, ha ricordato la vita e l'opera dei grandi
testimoni che hanno rischiato la vita, oltre che la carriera e il posto
di lavoro, per rendere onore alla dignità umana. La relatrice,
rimandando al suo recente volume, tutto da leggere, ha evidenziato le
caratteristiche originali dei dissidenti sovietici, le ragioni soprattutto
spirituali della loro pacifica protesta. Non si può non rimanere
stupiti e affascinati dalla posizione culturale dei dissidenti: una posizione
che riposava sulla "certezza - afferma la Dell'Asta - che una cultura
poteva essere per l'uomo, solo se era spirituale, se cioè riconosceva
allo spirito il primato assoluto, di fronte al quale dovevano giustificarsi
tutti gli altri valori, tutti gli aspetti della vita". I dissidenti
non hanno mai fatto uso dei metodi della protesta e della rivoluzione,
ma hanno quasi silenziosamente scardinato il potere sovietico facendo
ricorso alle profonde risorse della coscienza umana, ben radicate nella
solidità della tradizione culturale russa, cristiana, filosofica
e umanistica.
La storia del dissenso in Unione Sovietica non è solo un capitolo
interessante per la ricostruzione integrale del "secolo breve",
ma diventa un metodo di vita, una lezione anche per noi, nell'oggi della
nostra stagione, dove laicismo, relativismo e nichilismo rischiano non
solo di censurare, ma addirittura di spegnere quella struttura spirituale,
quella luce interiore che è alla radice della dignità e
della libertà della persona umana.
Il parroco, don Alberto Franzini, per l'occasione ha dedicato al tema
il Fascicolo n. 40 della parrocchia, nella cornice del "Giorno della
memoria" dei tanti olocausti del XX secolo. Nella introduzione, don
Alberto condanna la vulgata corrente che mette tra parentesi il totalitarismo
di Lenin-Stalin e il sistema concentrazionario sovietico (i Gulag). "come
se - scrive il parroco - nazismo e comunismo, Stalin e Hitler non fossero
stati, anche storicamente, legati perfino da un patto scellerato (il patto
Molotov-von Ribbentrop dell'agosto 1939), minimizzato o falsamente interpretato
sui manuali dei nostri licei, che voleva la spartizione dell'Europa per
consolidare l'egemonia delle due superpotenze totalitarie".
Giovanni Borsella
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