Incontro di Agorà del 26 febbraio scorso
"Una scuola pubblica non statale a Casalmaggiore?"
Ribadito e motivato il diritto-dovere dei genitori di"mantenere, istruire ed educare i figli", sancito dalla Costituzione Italiana all'art. 30. Intervento della prof.sa Laura Boccenti Invernizzi, preside del Liceo classico paritario "Monforte" di Milano.
da "Ritrovarci": anno XXVII - numero 2 - aprile 2004

di Katia Bernuzzi

Laura Boccenti Invernizzi, ospite all'oratorio Maffei, ha raccontato la sua esperienza di insegnante e di responsabile di una scuola paritaria. Sicuramente l'intervento della docente ha rappresentato una testimonianza importante per i molti genitori in sala, ma non c'è dubbio che l'entusiasmo per tentare un progetto di questo genere a Casalmaggiore c'era già ancor prima della serata, che ha solo confermati ai presenti che quella di una scuola paritaria casalese è una sfida da cogliere. Diversi gli interventi alla fine della relazione della dott.a Invernizzi; in sala c'erano anche alcuni rappresentanti politici del territorio che, sul tema della scuola, non hanno potuto fare a meno di esprimere la propria posizione. Tra di loro il candidato a presidente della Provincia di Cremona per il centrodestra, nonché consigliere regionale Gianni Rossoni, il referente UDC casalese Fabio Penotti e il primo cittadino di Casalmaggiore, Luciano Toscani. "Ben venga una scuola privata in città; - ha affermato Toscani - il problema del quale bisogna tenere realisticamente conto, però, sono le risorse". Ma questa non è l'unica difficoltà, secondo quanto emerso dall'incontro, nel percorso che porta verso la realizzazione di un progetto simile. I primi ostacoli, secondo la relatrice, sono di tipo culturale e derivano dal fatto che, negli anni, attraverso un processo che è partito dalla modernità, si è affermata l'equivalenza tra cultura pubblica e cultura laica: "Quella cultura che noi oggi definiamo pubblica - ha affermato - non dà più rilevanza al discorso su Dio facendolo diventare una questione di tipo confessionale. Ciò è da attribuire alla progressiva identificazione tra comunità politica e Stato. Ma lo Stato non ha diritto di imporre una visione della realtà, tanto meno una visione neutralista che è quella che caratterizza la scuola statale di oggi".
Tale tipo di scuola, però, secondo la preside milanese, non risponde alle reali necessità e alla volontà educativa di tutte le famiglie. "Sono due le domande - ha affermato la Invernizzi - a cui dobbiamo dare risposta per capire quale tipo di educazione vogliamo garantire ai nostri figli: in prima istanza dobbiamo chiederci cosa significa che i genitori sono i primi e i principali educatori e, in secondo luogo, qual è il contesto culturale nel quale si colloca la famiglia oggi".
Le scuole paritarie, secondo la dott.ssa Invernizzi, danno precise risposte a questi quesiti, risposte che poggiano sulla convinzione che vi sono interrogativi fondamentali sull'uomo, sul mondo e su Dio che non possono essere elusi e che devono entrare a far parte dell'educazione dei bambini e dei ragazzi insieme a tutte le altre materie scolastiche. "L'educazione - ha spiegato l'Invernizzi - è inevitabilmente in rapporto con la verità sul mondo, sull'uomo e su Dio, ovvero con realtà ben diverse dalle pure informazioni che, per altro, non trovano senso se non sono strutturate intorno ad un contenuto di verità". Ecco perché nelle scuole paritarie si mira alla formazione complessiva del soggetto: "Nel nostro liceo ogni ragazzo e la sua famiglia - ha detto l'Invernizzi - sono seguiti da un tutor che diventa un punto di riferimento sia per il giovane che per i genitori. Così si crea una vera e propria collaborazione sul piano della formazione della persona. Il progetto formativo, quindi, non è della scuola, ma è quello dei genitori che, in questo modo, rimangono i primi e i principali educatori dei loro figli, senza deleghe di alcun tipo". Così come vuole la Costituzione italiana all'art. 30.
Fra i primi interventi quello del parroco, don Alberto Franzini, che ha sottolineato come le parole della preside milanese "abbiano dato la possibilità di smantellare alcuni dogmi" della cultura corrente di cui con difficoltà ci si rende conto. Il parroco ha anche messo in evidenza come certi passaggi culturali - espressi dalla Invernizzi - vadano assolutamente tenuti presenti "per arrivare ad una ipotesi di scuola pubblica non statale senza complessi di inferiorità rispetto alle altre scuole". "La riforma Moratti - ha poi affermato Fabio Penotti - sta finalmente riportando la libertà dentro la scuola, rimettendo in primo piano il diritto-dovere dei genitori di educare i loro figli. La scuola pubblica non statale a Casalmaggiore c'è già e c'è da tempo: si pensi all'asilo San Giuseppe o al micronido Arcobaleno. Si tratta ora di andare avanti con le scuole elementari e medie". "Abbiamo davanti un periodo necessariamente faticoso - ha aggiunto il consigliere regionale Gianni Rossoni - durante il quale il nostro compito sarà quello di riaffermare il valore della comunità. Da un po' di tempo la Regione Lombardia sta lavorando in questo senso facendosi non solo datrice di risposte, ma supportando anche iniziative che vengono direttamente dalla gente, come in questo caso. Il problema è che noi, troppo spesso, confondiamo la parità scolastica con il diritto allo studio; cominciamo, invece, a rivendicare il principio della libertà di scelta valorizzando la famiglia". "Perché - ha rilanciato il sindaco Luciano Toscani - non si può pensare che tutto questo non avvenga anche nella scuola pubblica? Perché non credere che la collaborazione con le famiglie, l'attenzione complessiva verso i ragazzi possa esserci anche nella scuola statale? Io ho presenti diverse realtà scolastiche e non mi sembra proprio che non ci siano le forze, la volontà e la passione per dare un'offerta formativa qualitativamente alta. Perché dobbiamo pensare alla scuola statale solo come un appiattimento?".

Katia Bernuzzi

Dida: La relatrice Laura Invernizzi Boccenti (a destra) e Giovanna Pellizzoni, moderatrice dell'incontro



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