Si ha l'impressione di essere ad un bivio: da un lato l'accoglienza gratuita
verso i ragazzi, qualunque ragazzo si affacci in piazza Marini, con l'unico
scopo di accostarlo, si farlo sentire a casa, tentando di far emergere
le sue qualità positive e di contenere o raddrizzare le sue esuberanze;
dall'altro ansia di presentare lo stile di vita bello, entusiasmante e
unico che esce dall'incontro con il Signore.
Da sempre l'Oratorio ha fatto entrambe le cose perché dall'incontro
con il Signore nasce il desiderio di andare verso l'altro e perché
si fa esperienza del Signore solo se un'altra persona te lo sa presentare.
Eppure non è facile conciliare i due aspetti. Spesso l'accoglienza
verso tutti genera un senso di impotenza perché sembra non approdare
mai alla proposta cristiana e, talvolta, diviene di difficile gestione
perché non tutti i ragazzi sono pronti per una convivenza rispettosa
degli altri e dell'ambiente educativo. Manca spesso anche il conforto
della comunità politica, la quale, non sempre sensibile ad un'ottica
di sussidiarietà, non si interessa e non sostiene il ruolo di monitoraggio
e contenimento sociale svolto con efficacia dai corpi intermedi. D'altra
parte l'annuncio cristiano ha delle caratteristiche di impegno che in
determinati momenti della vita di un oratorio non possono che creare uno
strappo che chi si è fermato al semplice livello dell'accoglienza.
Inoltre assistiamo ad una netta separazione tra il gruppo dei ragazzi
sensibili alla proposta di annuncio cristiano e coloro che invece vivono
l'Oratorio come semplice ambiente di aggregazione. I primi non frequentano
l'oratorio nella sua ferialità; gli altri lo vivono solo nella
ferialità e non nelle suo proposte di impegno e formazione.
Ultimamente sono da segnalare due nuove prospettive decisamente interessanti:
- la prima: l'interessamento attivo da parte di alcuni genitori. Un gruppo
da qualche mese frequenta l'oratorio la domenica pomeriggio con i figli
e questa presenza spesso si fonde con i gruppi di genitori che per altri
motivi sono presenti: per gli incontri parrocchiali predisposti per esempio
in preparazione alla celebrazione di sacramenti della confessione, della
comunione e della cresima oppure per una festa di compleanno. Il rinnovato
salone dell'oratorio, visibilmente favorisce l'accoglienza pur nella cronica
diffidenza e difficoltà di relazione che caratterizza la cultura
locale. Inoltre gruppi di preadolescenti e adolescenti che, sempre con
la presenza dei genitori, hanno scelto il salone dell'oratorio per dare
vita a sabato sera di festa in occasione del carnevale o di un compleanno.
Sono contenti i ragazzi ma ancor più i genitori che non mancano
di manifestare grande preoccupazione nella ricerca di ambienti sani e
propositivi di aggregazione per i figli. Notevole, infine, il desiderio
di un gruppo di genitori di proseguire il percorso guidato negli scorsi
mesi dalla dott.ssa Capolongo.
- la seconda: la prospettiva di una scuola pubblica, non statale integrata
nella proposta pastorale della parrocchia. L'oratorio riceverebbe una
spinta notevole se venisse inserito in un piano più generale di
attività scolastica perché consentirebbe di risolvere la
contesa di cui spesso sono vittima i ragazzi tra le diverse proposte di
aggregazione. Una scuola così favorirebbe la libertà educativa
delle famiglie e consentirebbe di integrare al suo interno attività
formative, catechistiche e sportive. Sarebbe per le famiglie sensibili
alla proposta cristiana una prospettiva di grande respiro e davvero incisiva
nel sentirsi affiancati nella loro opera di educazione.
Nell'accostamento dei giovani, il punto decisivo, tuttavia, è
quello del coinvolgimento della famiglia cui deve essere restituita la
consapevolezza del primato educativo. Troppo spesso, infatti, ci si è
fatti prendere dalla preoccupazione delle situazioni di disagio a discapito
delle realtà positive e propositive, delle realtà in cui
cioè la relazione genitoriale ancora è viva ed educante.
E probabilmente sono le famiglie "buone" che possono fare, in
futuro, da volano per generare la virtuosa riscoperta dei valori fondamentali
in una società come la nostra che, vittima del credo relativista,
sembra aver perso di vista la Verità.
Don Davide
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