Il 29 marzo del 2003 il nostro Vescovo, Monsignor Lafranconi, visitava
e benediceva i nuovi locali della Casa di Accoglienza San Giovanni Bosco.
Da allora la Cooperativa Servizi per l'Accoglienza di Cremona si è
impegnata nelle ultime opere di ristrutturazione e di allestimento che
hanno portato all'apertura della nuova struttura nei giorni antecedenti
il Santo Natale.
Oggi la nuova Casa di Accoglienza è operativa e, a breve, ad essa
si affiancherà il Centro di Ascolto della Caritas. Come di consueto
abbiamo rivolto alcune domande al responsabile della struttura, il dott.
Ludovico Gardani.
Finalmente ha aperto la nuova Casa di Accoglienza. Vuoi ricordarci
il percorso fin qui effettuato e gli obiettivi futuri?
Sono molto soddisfatto perché, dopo anni di impegno per portare
a termine il progetto di ristrutturazione, oggi possiamo offrire a tutta
la comunità di Casalmaggiore e del casalasco un servizio veramente
migliore, completo ed in regola con le vigenti normative, confermando
il nostro impegno nei confronti delle categorie sociali più deboli.
Sicuramente il nostro percorso è stato molto laborioso e molto
lungo, ma non poteva essere altrimenti stando alla complessità
del nostro progetto e all'impegno economico che ha richiesto. Oggi i risultati
ci ripagano abbondantemente degli sforzi sostenuti. La nuova struttura
risulta pienamente funzionale ed in grado di soddisfare molti bisogni
espressi da quella parte della popolazione locale o di origine immigrata
maggiormente a rischio di povertà e di marginalità sociale.
Un primo obiettivo che ci riproponiamo di raggiungere nell'immediato,
è rappresentato dall'apertura del Centro di Ascolto della Caritas.
I locali, che fin dalla fase di progettazione della nuova struttura abbiamo
destinato a questo centro, sono già stati allestiti e dotati di
tutti gli strumenti necessari al funzionamento, grazie al finanziamento
ottenuto dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona. E' partita
anche la fase di reclutamento delle risorse umane, dei volontari che presteranno
servizio nel Centro di Ascolto, e stiamo per far partire la fase di formazione
attraverso una serie di incontri tenuti da personale ed esperti della
Caritas Cremonese. Nel medio periodo, abbiamo invece l'obiettivo di essere
accreditati nel nuovo piano di zona del distretto casalasco, per contribuire
al processo di integrazione degli immigrati stranieri nel nostro territorio
attraverso l'offerta dei nostri servizi.
Come è organizzata la nuova struttura? Avete già degli
ospiti? Ed i vecchi ospiti dove sono andati dopo la chiusura della sede
di via Cavour?
Un primo nucleo, costituito da sette camere a due o a tre posti letto
con servizi in comune, è destinato all'attività di prima
accoglienza; un secondo nucleo, costituito da quattro mini-alloggi dotati
di servizi indipendenti, è invece adibito alla seconda accoglienza.
I posti, in totale, ammontano a venticinque. Al servizio di accoglienza
si aggiungono quelli di lavanderia e stireria, di servizi igienici, di
orientamento e di segretariato sociale, tutti aperti anche ad un utenza
esterna, non residente nella struttura. A questi poi si aggiungeranno
quelli del Centro di Ascolto, quali ad esempio l'ambulatorio infermieristico.
Le domande per essere accolti nella nuova casa non mancano e attualmente
siamo già al completo per quanto riguarda la prima accoglienza.
Anche due dei quattro mini-alloggi sono stati destinati a cittadini immigrati,
mentre gli altri sono in fase di assegnazione. Tra gli ospiti, in prevalenza
di nazionalità marocchina e ghanese, abbiamo anche dei giovani
lavoratori immigrati, una ragazza madre con la figlia minorenne, tre italiani,
un casalese senza fissa dimora e due studenti lavoratori.
I vecchi ospiti, in parte hanno trovato una sistemazione in alloggi comunali
o dell'Aler e in parte sono riusciti a reperire un'abitazione sul mercato
privato. Cinque, che hanno ancora la residenza anagrafica presso la nostra
casa di accoglienza, sono passati nella nuova struttura.
La vecchia casa di accoglienza è quindi vuota. Quale sarà
la sua prossima destinazione?
Come Cooperativa Servizi per l'Accoglienza abbiamo liberato i locali che
occupavamo grazie al comodato gratuito concessoci dalla Parrocchia di
Santo Stefano. Proprio in questi giorni abbiamo provveduto a restituire
i locali e a sottoscrivere un nuovo comodato che riguarda esclusivamente
l'immobile dove è collocata la nuova sede. Sarà, pertanto,
la Parrocchia di Santo Stefano a decidere la nuova destinazione dell'ex
collegio Don Bosco. Noi, quale area di futura espansione, abbiamo tenuto
l'immobile della vecchia palestra. Quando avremo l'opportunità
di accedere a finanziamenti presenteremo il nostro progetto relativo all'implementazione
di una serie di attività inerenti l'integrazione. Per ora, ci concentriamo
sul buon funzionamento della struttura esistente.
Il legame con la Parrocchia di Santo Stefano dunque continua?
Certamente. Ed è ben saldo come sempre è stato. A questo
proposito auspico una pronta risposta da parte di tutti i parrocchiani
all'appello lanciato dalla Caritas per reclutare volontari destinati al
Centro di Ascolto. Basta anche una minima disponibilità, prestata
in maniera continuativa, per garantire il funzionamento di un servizio
che è insieme testimonianza dello spirito di carità cristiana.
Confido molto anche nell'adesione dei giovani e dei ragazzi che avrebbero
un'opportunità unica per mettersi alla prova ponendosi al servizio
dei più deboli.
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