L'accusa a Pio XII di non aver denunciato platealmente lo sterminio degli
ebrei è una trappola scavata da chi ha voluto diffamarlo a dispetto
dell'evidenza dei fatti storici: a precipitarvi dentro sono proprio i
suoi calunniatori. Dopo il vertice della calunnia con il libro "Il
Papa di Hitler" di un ex seminarista inglese, la memoria di Pio XII
sta recuperando credibilità come uno dei maggiori pontefici del
"secolo breve". Una serie di circostanze sta contribuendo ad
una rivalutazione molto più documentata ed approfondita di Papa
Pacelli: il libero accesso agli Archivi segreti della Santa Sedem la pubblicizzazione
dei documenti del servizio segreto statunitense, la consapevolezza delle
enormità delle menzogne dette e scritte sul conto del Papa, le
dichiarazioni a suo favore di tutti i suoi più stretti collaboratori
(Roncalli, Tardini, Montini) confermate ampiamente da storici di vaglia
come Heinz Hoehne e da Guenther Giellessen, che ha accusato i detrattori
di Pio XII come "superficiali", non a conoscenza dei fatti e
dei documenti.
Più di un centinaio di persone hanno partecipato all'incontro che
si è tenuto in Santa Chiara, per sentire una lezione indimenticabile
per completezza e semplicità su Pacelli da parte di Andrea Tornielli,
il giovane autore di un libro completo e "facile", "Pio
XII. Il Papa degli ebrei", ed. Piemme. Il giornalista si è
avvalso anche di strumenti tecnici che hanno consentito di visualizzare
tutta la trama del discorso, che si è avvalso comunque non di tesi
precostituite, bensì di testi e di testimonianze ampiamente documentati.
Un plauso anche a Luigi Casalini, di Alleanza Cattolica, che ha introdotto
la serata e ha egregiamente diretto l'interessante dibattito che si è
aperto dopo la conferenza.
Giovanni Borsella
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