Sotto tutti gli aspetti, educativo, culturale e relazionale l'escursione
in Toscana è stata una esperienza davvero riuscita. I ragazzi hanno
percorso con l'appoggio di un pulmino e di un'auto le strade che congiungono
Chiusi a Siena passando per Chianciano, Montepulciano, San Quirico d'Orcia,
Montalcino, Sant'Antimo, Buonconvento e Monteoliveto Maggiore. I primi
quattro giorni essi hanno goduto dell'ospitalità del convento di
Sant'Agnese a Montepulciano, compiendo brevi tratti circolari che hanno
consentito di prendere confidenza con la salita, i freni da usare nelle
discese spesso assai impegnative il cambio che, accessorio in Lombardia,
laggiù è vitale. La relazione di amicizia si è consolidata
velocemente e così pure la disponibilità all'aiuto reciproco.
La preghiera, la notizia storica, la riflessione religiosa o culturale
entravano senza particolari artificiosità nella conduzione della
giornata.
Passato Montepulciano i ragazzi, oramai affiatati, sono riusciti a affrontare
nel migliore dei modi il cambiamento di ritmo che il programma richiedeva.
Da quel momento infatti hanno cambiato luogo di pernottamento ogni giorno,
percorrendo distanze chilometriche sensibilmente maggiori: ma ormai erano
conquistati dall'avventura, dallo stare insieme, dal paesaggio e, ciascuno
a suo modo, dalla cultura, dall'arte e dalla religione che quella terra
sa comunicare. Infatti a Carlo Magno risale la cripta di Farneta e anche
la fondazione della abbazia di Sant'Antimo; Monteoliveto reca un chiostro
con le splendide storie di San Benedetto affrescate dal Sodoma e dal Signorelli,
Pienza è città dell'ideale rinascimentale
queste e
altre mille suggestioni hanno preparato, in un crescendo continuo, l'incontro
con Siena, il suo Duomo, splendido nella facciata, nel pavimento, nel
Pinturicchio della libreria Piccolomini e nel pulpito del Pisano, le sue
Maestà, la Piazza del Campo, la sua vita medioevale. E i ragazzi
hanno apprezzato! Anche l'adorazione dell'Eucarestia. Anche la preghiera
della sera. Anche il vespro gregoriano dell'abbazia. Anche la figura di
Santa Caterina
Ritorna allora come un ritornello, assillante ormai, la solita domanda:
"Ma perché i giovani devono negarsi a tali bellezze, a tali
profondità? Perché devono cedere al clima narcotico di un
mondo che li stordisce con il calcio, il cellulare, lo scooter, etc, etc?
Perché?" Occorre che gli adulti, che sanno cosa è il
bello, ad esso educhino le nuove generazioni. Educhino alla cultura, all'arte,
alla storia, al sacro e le parrocchie e gli oratori, che già stanno
facendo questo, devono perseverare perchè la battaglia sicuramente
persa è quella che neanche si comincia a combattere.
Don Davide
INSIEME
SU DUE RUOTE
Nei pochi centimetri di carta stampata della cartina stradale, riguardante
il territorio Toscano, tutto appariva agevole e fattibile. Con un semplice
gesto della mano ci si spostava da una località all'altra carichi
di entusiasmo, senza pensare alle fatiche e alle difficoltà che
ci aspettavano.
Ci siamo immediatamente resi conto che per raggiungere le affascinanti
mete come Montepulciano, Sant'Antimo, Monte Oliveto Maggiore, Siena ed
altri piccoli borghi potevamo affidarci solo alle nostre energie, alla
nostra inseparabile compagna di viaggio, la bicicletta, e allo spirito
di gruppo che era subito nato fra tutti noi ragazzi.
I lunghi e sofferti tragitti giornalieri erano scanditi dal ritmo dei
pedali e dalle piacevoli conversazioni che alleviavano lo sforzo e la
stanchezza; una parola o un gesto amico riuscivano a farci superare tutti
i momenti critici e di tensione tipici della vita in comune.
Bisogna ammettere che il rimpianto di una comoda automobile ricorreva
con una certa frequenza alle nostre menti, ma come si potevano altrimenti
assaporare i caldi e vivaci colori e i profumi di quell'idilliaco paesaggio
toscano se non in bicicletta?
Naturalmente chi pensa di affrontare esperienze come questa, deve essere
munito di una buona dose di spirito di adattamento, non solo dal punto
di vista organizzativo ma anche per quanto riguarda il vivere insieme:
infatti si mettono in gioco molti aspetti riguardanti la personalità
di ogni individuo come il proprio essere, il modo di relazionarsi, il
controllo delle proprie emozioni e dei propri stati d'animo e tutto questo
non è facile da attuare.
Sono state parecchie le situazioni che ci hanno messo alla prova, ed ognuno
di noi ha trovato una personale strategia che ha trasformato i momenti
di crisi in crescita personale.
Certamente è stata di rilevante importanza il supporto delle nostre
due guide spirituali che ci hanno aiutato ad apprezzare e a valorizzare
anche i più banali aspetti della vita che stavamo conducendo, facendoci
così capire che tutto questo dovevamo tenerlo come valido tesoro
e prezioso bagaglio per la vita quotidiana che ci avrebbe poi aspettato
al ritorno.
Durante i nove giorni i percorsi che affrontavamo, le città e le
abbazie che ci ospitavano e le fatiche che sostenevamo, ormai rappresentavano
per noi una meta da raggiungere, così com'è il cammino tortuoso,
intricato ed impervio del viaggio della vita.
|