Tutto è nato attorno al dibattito sulla pace, sul pacifismo e
sull'azione pacificatrice.
Tutti, e non può essere diversamente, siamo d'accordo sulla voglia
di pace.
Ciò che divide è la strada per raggiungere la pace.
Ciò che fa problema, invece, è l'angoscia, il senso di colpa
e la tristezza che affligge i più riguardo a questa divisione.
Ma se è ovvio essere concordi sulla voglia di pace, altrettanto
ovvio è essere pluralisti nell'indicare la strada per raggiungerla.
Ripeto, ovvio come in tutte quelle questioni in cui i conferenzieri recitano
sempre: "
la ricetta non c'è!".
Il monopensiero, la concordanza ci deve essere sui valori (come la pace)
perché i valori sono assoluti e cioè validi sempre e ovunque
(assoluto cioè sciolto, non legato ad un tempo e ad uno spazio).
Ma guai se il monopensiero ci fosse circa l'incarnazione del valore, circa
la strada per raggiungerlo.
Qui ci deve essere il pluralismo, quel pluralismo "politico"
auspicato dalla Gaudium et Spes. Se non si ammette il pluralismo si toglie
spazio al dialogo il quale non è dato se non tra identità
distinte. Solo che nella cultura dominante si pretende accanto al monopensiere
conformista e conformante di esaltare anche il dialogo: guai a non ascoltare,
guai a non cercare di capire, l'altro, guai a non dialogare.
Cos' arriviamo alla schizofrenia: desiderare una convivenza sociale che
del dialogo un suo punto cardine ed essere angosciati o addirittura intolleranti
circa la diversità di vedute
Essere tolleranti perché si vuole il dialogo ma non tollerare la
diversità, cioè la legittimità delle identità,
che del dialogo è uno dei fondamenti. Anzi, la tolleranza diviene
l'assoluto, cioè una ideologiae come tutte le ideologie diviene
in-tollerante.
La tolleranza di oggi in realtà è l'altro nome del tanto
condannato pensiero debole che tutto vuole abbracciare e nulla si ritrova
tra le braccia.
Dissentire, oggi, dal monopensiero per far sentire la voce di una propria
identità non è più accettato come espressione di
pluralismo ma tacciato di intransigentismo, di fondamentalismo in genere
e di guerrafondaismo in specie.
Conclusione: preoccupa il fondamentalismo islamico. Preoccupa anche il
fondamentalismo del monopensiero debole e tollerantista di una certa europa
e di un certopacifismo. Specie quando questo si copre di profetiamo evangelico.
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