L'Unfpa trucca il dibattito
Non è vero che la maggiore densità demografica sia un incremento alla povertà. Alcuni premi Nobel dell'economia sostengono esattamente il contrario, sconfessando l'analisi di Malthus.
da "Ritrovarci": anno XXVI - numero 3 - maggio 2003

Marco Romano

Mentre la quasi totalità dei Paesi avanzati soffre un inverno demografico e buona parte dei Paesi in Via di Sviluppo risente dell'abbassamento dei tassi di fertilità, l'Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, rilancia il più arretrato e ingannevole pregiudizio maltusiano e cioè la tesi secondo cui la riduzione delle nascite contribuisce alla crescita economica.
Nel "Rapporto sullo stato della popolazione nel mondo" presentato il 3 dicembre scorso a livello internazionale, l'Unfpa sostiene che "promuovere i diritti e la salute riproduttiva è indispensabile per assicurare crescita economica e riduzione della povertà". Secondo tale rapporto, "la riduzione del tasso di natalità e un rallentamento nella crescita demografica hanno contribuito alla crescita economica di un certo numero di Paesi in Via di Sviluppo nell'arco degli ultimi tre decenni".
Per dimostrare quella che è una tesi sconfessata dalla storia e dai fatti, l'Unfpa trucca i dati e mischia le argomentazioni. E' vero infatti che le pessime condizioni igienico-sanitarie e la mancanza di istruzione sono la principale causa di povertà. E' altresì vero che gli investimenti in miglioramento della salute ed in istruzione, soprattutto delle donne che risultano essere le più discriminate, sono i principali fattori di sviluppo. Non è un caso che salute e istruzione sono due dei principali fattori indicati dagli economisti per definire quello che viene chiamato "capitale umano". Ma la contraccezione ed i programmi di riduzioni delle nascite che c'entrano con tutto ciò? L'Unfpa trucca il dibattito inserendo i profilattici, le interruzioni di gravidanze, le sterilizzazioni, le varie pillole abortive e contraccettive, all'interno del programma che viene impropriamente chiamato di "salute riproduttiva". E su questi termine equivoco costruisce l'intero discorso.
E' infatti verissimo che negli anni passati abbiamo assistito allo sviluppo di molti Paesi poveri, ma non si può certo associare questa crescita in maniera diretta e causale, come fa l'Unfpa, con i programmi contraccettivi. Al contrario, la scienza economica, la storia e l'esperienza ci mostrano che non c'è crescita dove non c'è densità demografica. Non è un caso che tutti i Paesi più ricchi del Pianeta sono quelli con una maggiore densità demografica, e che proprio quei Paesi con minore densità demografica sono i più poveri.
Il prof. Gary Becker, premio Nobel per l'economia nel 1992, a questo proposito ha spiegato che "la teoria maltusiana non è spiegata da nessuna prova, anzi si sono verificate alcune circostanze che dimostrerebbero il contrario e cioè che la crescita della popolazione è stata fondamentale per lo sviluppo economico: Bisogna stabilire un legame ottimista e non pessimista nei confronti della crescita demografica, visto che l'approccio maltusiano ha mostrato per intero la sua inesattezza e la sua inattendibilità". Dello stesso parere il prof. Amartya Sen, premio Nobel per l'economia del 1998, il quale ha detto: "Penso che l'analisi di Malthus sulla crescita della popolazione sia completamente sbagliata. La storia e l'esperienza hanno dimostrato che l'istruzione delle donne è quella che permette di ridurre la fertilità. La produzione agricola inoltre è cresciuta sempre più rapidamente della popolazione. Non c'è quindi nessuna ragione di applicare queste idee antidemocratiche e antiumane di Malthus". Seppur sia vero che tra il 1820 e il 1992 la popolazione mondiale è quintuplicata, è altrettanto vero che nello stesso periodo l'economia nel suo complesso è cresciuta di 40 volte!
Al contrario di quanto sostenuto dall'Unfpa, l'aumento della ricchezza pro-capite nel mondo è avvenuta proprio in quei Paesi dove maggiore è la densità demografica.
Dal punto di vista puramente statistico è sicuramente vero che la popolazione mondiale del 1920 ad oggi è aumentata di quattro volte, ma il prodotto mondiale lordo è aumentato nello stesso periodo di 17 volte. Il boom demografico è coinciso con una crescita della produttività, della produzione, della ricchezza, della sanità come mai nella storia dell'uomo. Fatto sta che l'uomo attualmente vive più a lungo, mangia meglio, produce e consuma di più che in ogni altro periodo della storia.





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