"Europa, nelle tue radici
la via della pace"
Dalla Spagna l'invito del Papa a coltivare un'unità del Continente che non dimentichi i valori cristiani e sappia essere modello di convivenza tra i popoli del mondo.
da "Ritrovarci": anno XXVI - numero 3 - maggio 2003

 

L'auspicio per la pace, una pace vera, quella che "è opera della giustizia, della verità, dell'amore, della solidarietà", risuona da Madrid. E' risuonato per la Spagna, e dalla Spagna si è esteso al mondo intero come preghiera per una pace "che sia feconda, stabile e duratura" e per "una convivenza nell'unità, in seno alla meravigliosa e varia diversità dei suoi popoli e delle sue città". Quella pace "che fa sentire gli uomini e i popoli fratelli gli uni con gli altri" e della quale "i popoli solo beneficiano quando seguono i dettami della legge di Dio". Una legge che nessuno, soprattutto in un'Europa che nel cristianesimo affonda le "sue ricche e feconde radici", può e deve dimenticare.
All'aeroporto di Madrid Giovanni Paolo II ha salutato così, lo scorso 3 maggio, la gente accorsa a dargli il benvenuto all'arrivo per la sua quinta visita in terra di Spagna, presente il re di Spagna Juan Carlos.
"In questo momento importantissimo per il consolidamento di un'Europa unita - ha detto il Papa - desidero evocare le parole con cui a Santiago de Campostela mi accomiatavo al termine del mio primo viaggio apostolico in terra spagnola nel novembre 1982. Da lì esortavo l'Europa con un grido pieno d'amore, ricordando le sue ricche e feconde radici cristiane: 'Europa, ritrova te stessa. Sii te stessa…ravviva le tue radici'. Sono sicuro - ha proseguito - che la Spagna apporterà la ricca eredità delle sue radici cattoliche e i propri valori per l'integrazione dell'Europa che, a partire dalla pluralità delle sue culture e rispettando l'identità dei suoi Stati membri, ricerca un'unità fondata su criteri e principi nei quali prevalga il bene integrale dei suoi cittadini". Giovanni Paolo II ha dunque ricentrato l'attenzione di questa sua 99.ma visita fuori dall'Italia su uno dei temi che gli stanno più a cuore, quella centralità - che non è "eurocentrismo" - ma contributo di "anima" allo sviluppo del mondo - che l'Europa deve ritrovare e rinnovare in una nuova chiave, a partire dai suoi imprescindibili fondamenti culturali e religiosi. Un ruolo ancora in gran parte ancora da inventare, e nel quale nazioni come la Spagna, anch'essa attraversata da un processo di secolarizzazione che preoccupa non poco i suoi vescovi, non possono non dare un contributo fondamentale. In questo suo slancio papa Wojtyla ha trovato piena rispondenza nei suoi ospiti, di cui si è fatto unico portavoce il re Juan Carlos, che all'aeroporto gli ha dato il benvenuto a nome di tutto un popolo "fiero della propria diversità e pluralità, cresciuto grazie al clima di tolleranza e di convivenza forgiato da tutti noi e basato sul dialogo e sul mutuo rispetto". Discorso alto quello del re di Spagna, che tra l'altro ha introdotto il tema del rifiuto del terrorismo "perverso e mai giustificabile" che più tardi, nell'incontro serale con i giovani, il Papa avrebbe affidato come mandato alle centinaia di migliaia di giovani alla base aerea de Quatro Vientos, invitandoli a rispondere "alla violenza cieca e all'odio disumano con l'affascinante potere dell'amore".



torna su