"Il Dio della pace è al di sopra di ogni persona che lo invoca
e ogni persona rischia di avere un suo volto di Dio. Esiste un solo Dio
e, da questo punto di vista, tutti dovrebbero avere un grande pudore quando
attribuiscono a Dio quanto è invece un desiderio, un pensiero,
un progetto, una volontà dell'uomo."
Mentre rileggo questo passo del messaggio dell'Arcivescovo Cardinale Dionigi
Tettamanzi, a conclusione dell'incontro con le scuole cattoliche in piazza
del Duomo a Milano, vengo attratta dalla voce di una giornalista della
televisione che trasmette in diretta da Bagdad il discorso di Saddam Hussein
al popolo Iracheno. E' lui, e sembra più aspro che mai.
Le sue parole vengono tradotte simultaneamente in italiano. Provo dolore,
rabbia nel sentire il nome di Dio pronunciato tante, troppe, volte. Invocare
un Dio misericordioso tra parole di odio, vendetta, guerra: "
.abbiate
pazienza fratelli; la vittoria di Dio è vicina."
Mi chiedo: ma Saddam ha trattato tutti gli uomini, il suo popolo, dignitosamente
come suoi fratelli?" Non è possibile accettarlo, crederlo,
dopo la sua grae e disumana dittatura.
Quante volte anche il Presidente Bush nei suoi discorsi ha pronunciato
il nome di Dio invano
"Dio è con noi
.Dio
benedica l'America"
.
Questo nome,invocato, maltrattato, usato a piacere per le proprie decisioni
e per i propri interessi. Nell'ora presente non ci sono più né
discrezione, né ritegno, né pudore, nelll'usare il nome
di Dio.
Per noi cristiani, il comandamento " Non nominare il nome di Dio
invano" è svanito in una eco lontana.
Ed ancora più forte si alza la tua voce Gesù nella notte
del deserto: "Uomini, non invocatemi più. Non invocatemi per
molti anni".
Lo dice Padre David Maria Turoldo nel suo libro "Il sesto angelo",
Ed. 1976. Tra una guerra e l'altra, sono poesie, parole, grida, lamenti,
denunce, che si fanno preghiera. "E il sesto angelo suonò
la tromba. Allora udii una voce dai lati dell'altare di oro che si trova
davanti a Dio." (Apocalisse, c.9).
Padre Turoldo, poeta, con una poesia eligiosa sa rimettere tutto in discussione,
per parlare dell'amore di Dio agli uomini.
Una vita sofferta come prete e come uomo.
Si avvicina la Settimana Santa e, con Turoldo, mi fermo un attimo davanti
al Crocifisso con i versi dei suoi "Canti ultimi" del 1991:
No. Credere a Pasqua non è
giusta fede:
troppo bello sei a Pasqua!
Fede vera
è al venerdì santo
quando Tu non c'eri lassù!
Quando non una eco
risponde
al suo alto grido
e a stento il Nulla
dà forma
alla tua assenza.
Silenzio. Poter chiudere gli occhi per non vedere tutte le croci che continuano
ad alzarsi in quest giorni di guerra, e credere!
Credere che le preghiere dettate da un cuore rinnovato di ognuno di noi
arrivino al "Tu" presente nell'Eucarestia.
Nella messa vespertina in San Francesco (terza domenica di Quaresima),
tutti insieme con Don Alberto abbiamo iniziato la recita del Rosario.
L'Ave Maria alla Madre di Dio per invocare con Lei il dono della pace,
che in questo cammino quotidiano possiamo sempre trovare la forza della
speranza, che ora è la virtù più difficile.
Nell'articolo di Don Alberto ,dal titolo "Cristianesimo, questo sconosciuto",
scritto per la pagina di approfondimento sul periodico di marzo del Santuario
della Fontana, ho trovato un supporto alla mia serenità con questo
brano:"L'uomo ha bisogno di pane, d'acqua, di luce, di sale
.
Ma ha soprattutto bosogno di senso d'amore, di gioia, di vita eterna.
Ha bisogno di Dio". E più avanti dice: "
poiché
l'uomo ha sete d'infinito: di una libertà infinita, di una gioia
infinita, di una bellezza infinita, di un amore infinito
."
Speriamo, Don Alberto, che questo desiderio inenso di speranza infinita,
ci aiuti sempre a credere nella certezza dell'amore che porta con sé
l'impronta di Dio.
Mentre ci avviamo a vivere con Gesù Cristo la divina salvifica
speranza della Pasqua che, auguro a tutti possa essere bella, serena,
una Pasqua di pace. Speriamo!
Ci siano d'aiuto le parole di Fratel Francesco della Tenda di Cristo:
"La pace ha in sè la forza di tutte le guerre. Solo i più
deboli non la sanno usare.
Rosalia Adorni Fadani
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