RINASCE LA CASA DELL'ACCOGLIENZA
Alla presenza del Vescovo, sono stati benedetti i locali della rinnovata struttura, che diventerà ben presto operativa per tutta la zona casalasca.

da "Ritrovarci": anno XXVI - numero 2 - aprile 2003

di Guido Moreschi

Sabato 29 marzo alle ore 16 il nostro vescovo, mons. Dante Lafranconi, ha visitato e benedetto i locali della nuova "Casa di accoglienza San Giovanni Bosco". Erano presenti ed hanno manifestato il loro ringraziamento anche don Antonio Pezzetti, Direttore della Caritas diocesana, il sindaco di Casalmaggiore, Luciano Toscani e il parroco della parrocchia di Santo Stefano, don Alberto Franzini. Un ringraziamento particolare è stato espresso a don Paolo Antonini, l'iniziatore e l'animatore della ospitalità degli extracomunitari a Casalmaggiore.
La struttura diventerà presto operativa sul territorio una volta ottenuti tutti i permessi necessari. Abbiamo rivolto alcune domande al sociologo Ludovico Gardani, direttore della nuova realizzazione.
Come sarà organizzata e quali servizi erogherà la nuova struttura?
"L'ambiente ristrutturato che presto sarà operativo a Casalmaggiore vuole ricalcare su scala ridotta l'esperienza della Casa dell'accoglienza di Cremona. Presenterà le caratteristiche tipiche di un centro di pronto intervento, continuando ad essere destinato agli stranieri immigrati, ma anche ad altre realtà bisognose di aiuto. Il progetto ha previsto stanze a 2 o 3 posti letto per l'accoglienza temporanea degli stranieri, ed anche un nucleo di mini-alloggi per anziani in difficoltà, ragazze madri, donne abbandonate con figli a carico o giovani a rischio di devianza sociale. La capienza complessiva sarà contenuta entro 25 posti. Oltre all'accoglienza, la struttura sarà in grado di erogare una serie di servizi accessori: lavanderia, stireria, cucina, ambulatorio infermieristico, segretariato sociale, distribuzione aiuti alimentari, servizi igienici per senza fissa dimora".
Qual è il senso della vostra collaborazione con la Caritas Diocesana?
"Noi facciamo parte della Cooperativa Servizi per l'Accoglienza, in un certo senso il braccio operativo della Caritas di Cremona. Fin dalla fase progettuale, abbiamo lavorato a stretto contatto con i vertici della Caritas per realizzare una struttura in grado di offrire una gamma completa di servizi. Nello stesso stabile troverà sistemazione anche il Centro di Ascolto della Caritas. Condividere gli stessi spazi con il Centro di Ascolto sarà importante soprattutto dal punto di vista delle sinergie che si potranno creare. Attraverso l'ascolto si arriva ad una reale conoscenza dei bisogni e delle cause che li alimentano, poi bisogna comunque dare risposte concrete in termini di interventi e servizi mirati. Alcuni di questi saranno gestiti da noi, mentre altri dalla Caritas tramite personale volontario impegnato nel Centro di Ascolto".
Cosa vi aspettate da questa realizzazione?
"L'obiettivo è di agevolare l'integrazione dello straniero nel più breve tempo possibile. Per questo vogliamo operare in un'ottica di rete con tutti gli altri servizi già presenti nel casalasco. Il rischio è di rimanere isolati se la locale comunità non darà segnali concreti di apertura e di collaborazione: dai semplici cittadini e istituzioni locali alle principali categorie economiche".

Guido Moreschi


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