L'impegno dei cattolici nella vita politica
Si è tenuto, nel salone di Santa Chiara, un incontro pubblico di presentazione della recente Nota dottrinale circa l'impegno dei cattolici nella vita politica. Relatori: don Alberto Franzini e Tullio Cantoni.

da "Ritrovarci": anno XXVI - numero 2 - aprile 2003

a cura di G. B.

Un'altra serata da ricordare quella di venerdì 21 febbraio. In una Casalmaggiore abitualmente "seduta", edificante lo spettacolo di un centinaio di persone, che hanno riflettuto a voce alta sull'impegno dei cattolici in politica, partendo dalla "Nota" del card. Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Tullio Cantoni, per 40 anni militante nel sociale, ha denunciato il "delirio delle finzioni", la "fiera delle illusioni ed inganni", mentre don Alberto Franzini invece "la micidiale alleanza tra relativismo etico e democrazia". Cantoni ha rilevato la profonda crisi dei corpi sociali intermedi, incapaci di interloquire, vittime delle multinazionali, della consulenza/manipolazione della verità, che si riflette negativamente sulle istituzioni democratiche e quindi sulla stessa vita democratica. Si è affrontata anche la questione della globalizzazione e quella degli organismi geneticamente manipolati, che schiavizzano i produttori.
Don Alberto ha commentato la "Nota": i cristiani sono cittadini della "terra" e del "cielo"; se vi rinunciano, rischiano un secolarismo neopagano o uno spiritualismo disincarnato; il pluralismo "è un bene prezioso", ma si rovescia nel suo contrario quando diventa "pluralismo etico", cioè "codice confusivo", sempre patologico, in cui si annulla la distinzione tra bene e male, tra vero e falso, tra realtà e illusione, tra il boia e la vittima. Il dominante "pensiero debole", nichilista, delegittima la stessa ricerca della verità e tutto relativizza: in apparenza tanto "comprensivo", in realtà consegna tutto al più forte; menzognero, condanna chi ha fede in Dio come nemico della democrazia. Lo stato è laico, solo se rispetta la "legge naturale". Da decenni le legislazioni in Europa, disprezzando verità ed etica, regolamentano le perversioni (aborto, divorzio, utilizzo degli embrioni, tentativi di eutanasia…), come se, in tal modo, cessassero di essere "male". Le leggi non possono limitarsi a regolamentare gli effetti nefasti del male, ma sono chiamate anche ad indicare il bene. Il cristiano autentico è invece una garanzia anche per la stessa democrazia, perché rispettoso della verità e dell'etica. La Chiesa non mette in discussione le strutture democratiche, ma ricorda il loro fondamento. Un indifferentismo riguardo ai valori portato fino in fondo, non è certo la condizione ideale per una democrazia, anzi ne costituisce la morte. Una democrazia non vive a lungo, infatti, se fondata sulle sabbie mobili di un relativismo etico, di un opinionismo diffuso, perché, come ebbe a scrivere Giovanni Paolo II nella Centesimus Annus (1991), "democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia". A conclusione, don Alberto ha ricordato le parole del Papa all'Angelus di domenica 16 febbraio 2003, rievocando la festa dei Santi Cirillo e Metodio: "La loro opera contribuì al consolidarsi delle comuni radici cristiane dell'Europa, radici che con la loro linfa hanno impregnato la storia e le istituzioni europee". Proprio per questo è stato chiesto che nel futuro Tratto dell'UE non si manchi di far spazio a questo patrimonio comune dell'Oriente e dell'Occidente. Un simile riferimento - continua ancora il Papa - "non toglierà nulla alla giusta laicità delle strutture politiche, ma, al contrario, aiuterà a preservare il continente europeo dal duplice rischio del laicismo ideologico da una parte, e dell'integralismo settario dall'altra".
Nel dibattito che ne è seguito, di alta qualità, sono intervenute una decina di persone.

G.B.



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