Un'altra serata da ricordare quella di venerdì 21 febbraio. In
una Casalmaggiore abitualmente "seduta", edificante lo spettacolo
di un centinaio di persone, che hanno riflettuto a voce alta sull'impegno
dei cattolici in politica, partendo dalla "Nota" del card. Ratzinger,
Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Tullio Cantoni, per 40 anni militante nel sociale, ha denunciato il "delirio
delle finzioni", la "fiera delle illusioni ed inganni",
mentre don Alberto Franzini invece "la micidiale alleanza tra relativismo
etico e democrazia". Cantoni ha rilevato la profonda crisi dei corpi
sociali intermedi, incapaci di interloquire, vittime delle multinazionali,
della consulenza/manipolazione della verità, che si riflette negativamente
sulle istituzioni democratiche e quindi sulla stessa vita democratica.
Si è affrontata anche la questione della globalizzazione e quella
degli organismi geneticamente manipolati, che schiavizzano i produttori.
Don Alberto ha commentato la "Nota": i cristiani sono cittadini
della "terra" e del "cielo"; se vi rinunciano, rischiano
un secolarismo neopagano o uno spiritualismo disincarnato; il pluralismo
"è un bene prezioso", ma si rovescia nel suo contrario
quando diventa "pluralismo etico", cioè "codice
confusivo", sempre patologico, in cui si annulla la distinzione tra
bene e male, tra vero e falso, tra realtà e illusione, tra il boia
e la vittima. Il dominante "pensiero debole", nichilista, delegittima
la stessa ricerca della verità e tutto relativizza: in apparenza
tanto "comprensivo", in realtà consegna tutto al più
forte; menzognero, condanna chi ha fede in Dio come nemico della democrazia.
Lo stato è laico, solo se rispetta la "legge naturale".
Da decenni le legislazioni in Europa, disprezzando verità ed etica,
regolamentano le perversioni (aborto, divorzio, utilizzo degli embrioni,
tentativi di eutanasia
), come se, in tal modo, cessassero di essere
"male". Le leggi non possono limitarsi a regolamentare gli effetti
nefasti del male, ma sono chiamate anche ad indicare il bene. Il cristiano
autentico è invece una garanzia anche per la stessa democrazia,
perché rispettoso della verità e dell'etica. La Chiesa non
mette in discussione le strutture democratiche, ma ricorda il loro fondamento.
Un indifferentismo riguardo ai valori portato fino in fondo, non è
certo la condizione ideale per una democrazia, anzi ne costituisce la
morte. Una democrazia non vive a lungo, infatti, se fondata sulle sabbie
mobili di un relativismo etico, di un opinionismo diffuso, perché,
come ebbe a scrivere Giovanni Paolo II nella Centesimus Annus (1991),
"democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo
aperto oppure subdolo, come dimostra la storia". A conclusione, don
Alberto ha ricordato le parole del Papa all'Angelus di domenica 16 febbraio
2003, rievocando la festa dei Santi Cirillo e Metodio: "La loro opera
contribuì al consolidarsi delle comuni radici cristiane dell'Europa,
radici che con la loro linfa hanno impregnato la storia e le istituzioni
europee". Proprio per questo è stato chiesto che nel futuro
Tratto dell'UE non si manchi di far spazio a questo patrimonio comune
dell'Oriente e dell'Occidente. Un simile riferimento - continua ancora
il Papa - "non toglierà nulla alla giusta laicità delle
strutture politiche, ma, al contrario, aiuterà a preservare il
continente europeo dal duplice rischio del laicismo ideologico da una
parte, e dell'integralismo settario dall'altra".
Nel dibattito che ne è seguito, di alta qualità, sono intervenute
una decina di persone.
G.B.
|