In un Auditorium affollato (oltre un centinaio le presenze), il presidente
del Movimento per Vita ha fatto venire la pelle d'oca, ricordando i 50
milioni di aborti statali all'anno in tutto il mondo, pari ai morti dell'ultimo
conflitto mondiale. E la guerra dell'Europa verso la vita concepita non
accenna a diminuire. Caso esemplare: un referendum in Irlanda, l'unico
Paese europeo in cui non è ammesso sopprimere la vita nascente
con l'"assoluzione" dello Stato. Il quesito referendario era
formulato in modo che il concepito potesse essere soppresso come una "cosa"
nei 7-8 giorni che passano dal concepimento all'annidamento in utero!
Emiliani ha ricordato che l'anno scorso il Parlamento europeo ha votato
una risoluzione, in difesa della donna, della socialista Roja: vi si legge
che l'aborto sarebbe un diritto e condanna la religione cristiana come
"minaccia della società laica. La religione non può
dettare pubblici giudizi". Una seconda risoluzione europea approvata
dallo stesso organo esige che i Paesi europei dell'Est, che entreranno
nell'Unione Europea, devono essere abortisti. Una terza (non ancora approvata),
stanzia 43 milioni di euro per la "salute riproduttiva" (leggi:
via libera all'aborto) dei Paesi in via di sviluppo. Da notare che a fronte
del 1% di risorse da impiegare per l'istruzione nei Paesi poveri, la quota
riservata alla "salute riproduttiva" è aumentata del
300%: ossia, il diritto all'aborto diventa più importante del diritto
all'istruzione! Si tratta della stessa cifra che l'amministrazione Bush
ha tagliato alle aggregazioni abortiste USA.
Tutto oggi si gioca sul concetto di vita e di inizio della vita. Nel panorama
europeo, l'Italia si trova in una situazione di privilegio, proprio perché
si parte da zero in fatto di procreatica. La Camera ha già approvato
una legge che mette un po' ordine in questa materia, a partire dal riconoscimento
del nascituro come soggetto di diritto, dalla proibizione della fecondazione
eterologa e della clonazione. Si attende che questa legge, anche se non
soddisfa pienamente tutta la visione cattolica del problema, sia approvata
anche dal Senato e introduca così quella considerazione dell'embrione
di cui c'è tanto bisogno nella nostra Europa, dimentica delle sue
radici cristiane e incapace di difendere la vita in ogni suo momento.
Già Paolo VI nel 1976 e anche madre Teresa di Calcutta, premio
Nobel per la Pace, hanno detto: "Se vuoi la pace, difendi la vita".
G.B.
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