Il diritto alla vita
in Italia e in Europa:
a che punto siamo?
Intervento del dottor Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la Vita di Cremona, venerdì 14 febbraio

da "Ritrovarci": anno XXVI - numero 2 - aprile 2003

a cure di G.B.

In un Auditorium affollato (oltre un centinaio le presenze), il presidente del Movimento per Vita ha fatto venire la pelle d'oca, ricordando i 50 milioni di aborti statali all'anno in tutto il mondo, pari ai morti dell'ultimo conflitto mondiale. E la guerra dell'Europa verso la vita concepita non accenna a diminuire. Caso esemplare: un referendum in Irlanda, l'unico Paese europeo in cui non è ammesso sopprimere la vita nascente con l'"assoluzione" dello Stato. Il quesito referendario era formulato in modo che il concepito potesse essere soppresso come una "cosa" nei 7-8 giorni che passano dal concepimento all'annidamento in utero! Emiliani ha ricordato che l'anno scorso il Parlamento europeo ha votato una risoluzione, in difesa della donna, della socialista Roja: vi si legge che l'aborto sarebbe un diritto e condanna la religione cristiana come "minaccia della società laica. La religione non può dettare pubblici giudizi". Una seconda risoluzione europea approvata dallo stesso organo esige che i Paesi europei dell'Est, che entreranno nell'Unione Europea, devono essere abortisti. Una terza (non ancora approvata), stanzia 43 milioni di euro per la "salute riproduttiva" (leggi: via libera all'aborto) dei Paesi in via di sviluppo. Da notare che a fronte del 1% di risorse da impiegare per l'istruzione nei Paesi poveri, la quota riservata alla "salute riproduttiva" è aumentata del 300%: ossia, il diritto all'aborto diventa più importante del diritto all'istruzione! Si tratta della stessa cifra che l'amministrazione Bush ha tagliato alle aggregazioni abortiste USA.
Tutto oggi si gioca sul concetto di vita e di inizio della vita. Nel panorama europeo, l'Italia si trova in una situazione di privilegio, proprio perché si parte da zero in fatto di procreatica. La Camera ha già approvato una legge che mette un po' ordine in questa materia, a partire dal riconoscimento del nascituro come soggetto di diritto, dalla proibizione della fecondazione eterologa e della clonazione. Si attende che questa legge, anche se non soddisfa pienamente tutta la visione cattolica del problema, sia approvata anche dal Senato e introduca così quella considerazione dell'embrione di cui c'è tanto bisogno nella nostra Europa, dimentica delle sue radici cristiane e incapace di difendere la vita in ogni suo momento. Già Paolo VI nel 1976 e anche madre Teresa di Calcutta, premio Nobel per la Pace, hanno detto: "Se vuoi la pace, difendi la vita".

G.B.


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