Piccola cittadina della Bassa Padana, fu fondata intorno al 1558 su
modeste preesistenze, assunse alla dignità di Ducato nel 1577.
"Città Ideale", partorita dal genio del suo fondatore Vespasiano
Gonzaga, Sabbioneta costituisce l'intreccio e la realizzazione di una
originale e complessiva ipotesi culturale, politica e militare.
Questo autentico gioello urbanistico che inglobava l'antica Rocca in
possenti mura a contraffoti a forma di esagono irregolare, con bastioni
a cuneo, racchiude un reticolo viario ortogonale, tipico
del "castrum" romano, che evidenzia una trentina di "insulae".
Dopo la morte di Vespasiano lo sfarzo della Corte Ducale conobbe
una immediata decadenza. Dimenticata per secoli, è giunta
sino a noi pressoché intatta, testimonianza di un grande passato
legato alla vita del Duca Vespasiano Gonzaga Colonna (Fondi
1531 - Sabbioneta 1591), Condottiero, Architetto e Mecenate, una
delle figure più celebrate del suo tempo.
Fu realizzata verso il 1565. L'architettura presenta alcune
analogie con la Porta di San Zeno (del Sanmicheli) a Verona.
Edificata verso il 1580 ha subito varie aggiunte e modifiche
soprattutto nel 1700. Nel tempietto ortogonale del S.S.Sacramento,
con cupola traforata (progetto del 1768 di Antonio Bibiena),
si trovano le reliquie di alcuni Martiri Paleocrisitani.
Fu costruita nel 1579 e dedicata all'imperatore Rodolfo II.
Nell'architettura si intravedono richiami evidenti a taluni moduli
della Porta della Cittadella di Mantova, di Giulio Romano.
Fu costruita tra il 1586 e il 1588. La pianta ottaognale ricalca
quella della omonima chiesa di Lodi. Alll'interno si trova il
Mausoleo di Vespasiano, opera di G.B. della Porta e la Statua
Bronzea del Duca, opera di Leone Leoni.
La decorazione della volta fu eseguita nel XVIII secolo da
F. Borelli, allievo del Bibiena, e completata da C. Isacci.
E' certamente l'opera di architettura più pregevole di Sabbioneta.
Iniziato nel 1588 su progetto di Vincenzo Scamozzi, allievo del Palladio
rappresenta un termine di passaggio tra il Teatro Olimpico di Vicenza
ed il Farnese di Parma, con suoi propri caratteri di nobiltà sia per
la purezza delle linee architettoniche che per l'insieme della
decorazione.
Costruito tra il 1583 ed il 1584 è una potente costruzione su archi
di circa 100 metri di lunghezza, di notevole effetto prospettico.
I muri esterni sono interamente in mattoni a vista. Il piano
superiore è ornato da affreschi.
Costruito nel 1584, il Palazzo del Giardino è collegato al Corridor
Grande e si presenta esternamente spoglio, se si eccettua il prezioso
cornicione in legno di quercia. L'interno al contrario offre locali
riccamente e sontuosamente decorati. Alla decorazione delle varie sale
contribuirono artisti quali Bernardino Campi, il Fornaretto Mantovano,
Alberto ed Andrea Cavalli, Francesco, Vincenzo e Pietro Martire Pesenti.
Iniziato intorno al 1554 fu variamente modificato e rimaneggiato dallo
stesso Vespasiano. L'archietettura esterna è piacevole nella sua
semplicità, nonostante sia stata spogliata di molti elementi decorativi
originali. L'interno del palazzo è ricco di preziosi ornamenti, simboli
e riferimenti araldici. Di grande valore sono i molti soffitti in legno
intarsiato e laminato d'oro, i camini monumentali in marmo e
le quattro
statue in legno policrome di personaggi della famiglia Gonzaga, tra le
quali quella dello stesso Vespasiano.
La
Sala degli Antenati riporta ventuno ritratti a bassorilievo in stucco
di altrettanti personaggi della Famiglia Gonzaga.
Bernardino Campi, il Fornaretto Mantovano, i Cavalli, i Pesenti, il
fiammingo Giovanni da Villa, sono alcuni degli artefici delle
decorazioni originali della seconda metà del 1500 ancora visibili entro
in Palazzo.
La Chiesa Parrocchiale di Villa Pasquali, 3 Km ad E di Sabbioneta,
dedicata a S. Antonio Abate, è un autentico gioiello di architettura ed arte
barocca rococò costruita dal 1765 al 1785 su progetto dell'architetto
Antonio Bibiena (Parma 1700, Mantova 1785).
La facciata, tutta in mattoni, è costituita da due ordini: l'inferiore
dorico ed il superiore ionico.
La chiesa presnta una piana a croce latina con navata a botte lunettata
affiancata da tre cappelle per parte. Le
cupole
si presentano a doppia
calotta di cui l'inferiore è tutta a trafori come un pizzo.
Le volte interne hanno una struttura in mattoni e malta;
costituiscono una grata poiché attraverso le loro aperture permettono
la visione celeste della calotta superiore, il cui intradosso,
opportunamente illuminato con un gioco di luce naturale indiretta,
è dipinto in azzurro e costellato di angeli e santi.
Il contrasto tra la ben definita materia dei trafori e la profondità
illusoria dello sfondo ha per risultato la dilatazione dello spazio,
limitato dall'architettura, provocando la sensazione di essere immersi
nel cielo.
PRO LOCO SABBIONETA
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