La GMG 2002 - Le riflessioni di un pellegrino
di Giulio Destri

L'esperienza è stata semplicemente straordinaria. La permanenza in Belleville ci ha consentito di immergerci nella realtà della provincia Canadese, di conoscere modi diversi dai nostri di celebrare la fede. Alla crisi, con pochissimi giovani in chiesa, si contrappone tuttavia la religiosità profonda, trasferita anche alla propria vita, dei parrocchiani. Le persone conosciute sono splendide.
La permanenza in Toronto ci ha consentito di conoscere gli italo canadesi, gente che si è costruita da sola, rimanendo però semplice nell'animo. Soprattutto conservando certi valori, come una fede profonda e il senso della famiglia, che in alcuni casi in Italia non sono più così forti. Anche in questo caso l'incontro ha portato un arricchimento profondo, ad ambo le parti.
Durante la Veglia e la Messa, ma anche durante le altre cerimonie religiose, ho provato due sensazioni complementari, già conosciute a Roma: il senso di comunità, di appartenenza ad un unico, enorme gruppo, con persone provenienti da ogni angolo del mondo e, allo stesso tempo, la consapevolezza di essere individuo, responsabile di fronte a Dio per le proprie azioni.
Un aspetto non religioso, ma che comunque mi ha fatto molto piacere, è stato il sentirsi profondamente gruppo e il sentirsi orgogliosi di essere Italiani. Insieme ad "Emmanuel" (inno della GMG di Roma), l'inno di Mameli è stato sicuramente la canzone che abbiamo cantato di più. Il nostro mitico bandierone di 6 metri per 9 è stato tirato fuori in tutte le occasioni importanti. Il confronto con gli altri giovani è sempre stato improntato a rispetto e curiosità. Cileni, Polacchi, Tedeschi, Venezuelani, Africani… con alcuni abbiamo stabilito addirittura dei "gemellaggi".
L'esperienza di Toronto non è stata una seconda Roma, ma il seguito di Roma, dove "continuare un comune pellegrinaggio di fraternità attraverso il Pianeta". Il secondo gradino, in cui le "Sentinelle del Mattino", ora che il Millennio è sorto, sono in cammino. Come il Papa ci ha ricordato è un momento difficile per il Mondo. Terrorismo, guerre e soprattutto la crisi finanziaria e strutturale dell'Occidente e della sua economia. In questi due anni il mondo non ha fatto certo grandi passi verso la pace. Gli attentati del Settembre 2001, la guerra in Terrasanta, conflitti vecchi e nuovi che continuano. In Israele ogni volta che si tenta faticosamente di costruire una tregua ecco che qualcuno fa di tutto per sabotarla. E' come se quello che è avvenuto dopo Roma 2000 fosse la stessa cosa, su scala più ampia. A Tor Vergata si è fatto un passo reale verso la pace, si sono dimostrate tante cose. Gli attentati possono essere visti come la risposta, come la reazione di persone, indegne di tale definizione, che non esitano a servirsi di qualunque cosa pur di raggiungere lo scopo di bloccare i processi di pace. Tante volte nel passato sono avvenute cose simili. Quanti sono i martiri che hanno dato la vita per testimoniare la propria fede? Ma la loro memoria è eterna, mentre i loro nemici sono finiti nella spazzatura della Storia. Fa più rumore il silenzio di due milioni di persone a Roma, o di 800.000 a Toronto, del fragore della violenza e della guerra. E noi non dobbiamo mai perdere la fede, anche se è difficile, anche se tutto sembra volgere al peggio. E' sulla speranza che si costruisce la pace ed un futuro migliore. Dobbiamo credere nella fede alla forza dei nostri sogni, affinché essi possano diventare un giorno realtà.
Purtroppo, non solo guerra e terrorismo minacciano il mondo. Dopo la caduta dei regimi comunisti sembra che il capitalismo sia divenuto l'unica ideologia "valida", e spesso anche nei suoi aspetti estremi. Negli ultimi anni, sull'onda della crescita tumultuosa delle tecnologie di Internet e delle Borse sembra che l'unica etica sia divenuta quella del business ad ogni costo. Abbiamo visto cosa questo ha portato, con gli scandali che hanno scosso alle fondamenta il sistema economico statunitense e con miliardi e miliardi bruciati nella caduta delle Borse di tutto il mondo. E, nella vita di ogni giorno, spesso questa affannosa ricerca ha fatto peggiorare le condizioni di lavoro, creando stress, ansia, frustrazioni. Non nella ricerca esclusiva della ricchezza sta il fine ultimo del lavoro: si deve lavorare per vivere e non vivere per lavorare.
Occorre ritornare ad una vera e propria Etica del Business. Come ha detto il Papa, pregando per i disoccupati, il ruolo del Business è quello di produrre ricchezza, non a beneficio esclusivo di pochi, ma per poter generare benessere, ovvero migliorare le condizioni di vita, per tutti. La concorrenza sfrenata, il peggioramento della qualità di prodotti e servizi non sono certo rispondenti a tale principio, e non creano certo un miglioramento a livello globale nella società. Soprattutto dobbiamo ricordare che il Pianeta non ha risorse illimitate e non può assorbire un carico inquinante sempre crescente. Le tragedie del maltempo che hanno funestato questa estate sono a ricordarci che la Terra è un sistema complesso, con cui non si può giocare senza aspettare di pagarne le conseguenze: non si può continuare a fare finta che l'effetto serra non esiste, quando certi fenomeni sono la conseguenza diretta della maggiore energia presente nell'atmosfera a causa dell'aumento della temperatura.
Sull'onda del timore generato dagli attentati c'è stato una involuzione nei diritti della privacy. Senz'altro i controlli sono necessari, ma occorre prestare attenzione ad un pericolo, subdolo ma reale. Oggi viviamo nella società dell'Informazione, e tutti siamo controllabili. Chi ha in mano questo controllo? Internet è il mezzo di comunicazione più potente che sia mai stato creato e consente un formidabile scambio di idee. Noi stessi, pellegrini di Toronto, ci teniamo in contatto con la posta elettronica. Ma allo stesso tempo gli strumenti informatici possono dare, se usati nel modo sbagliato, un controllo quasi assoluto su tutto e tutti. E questo è un pericolo reale, su cui vigilare.
Noi giovani dei paesi avanzati siamo dei privilegiati, abbiamo tutto di materiale, e spesso a ciò si contrappone il vuoto spirituale. Ma l'evoluzione nel corso degli anni, scandita dalle tappe delle varie GMG, ha dimostrato l'esistenza di una profonda ricerca di Dio: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6, 68). "Gesù, l'amico intimo di ogni giovane, ha parole di vita", dice il Papa.
Tutte le ideologie che propugnavano il miglioramento dell'uomo senza Dio sono cadute, spesso provocando anche altri mali e sofferenze. In particolare i giovani dei paesi avanzati hanno nelle loro mani una grandissima responsabilità. Guerre, terrorismo, inquinamento, capitalismo sfrenato, uso sbagliato delle tecnologie: tanti sono i pericoli che minacciano il mondo. Ma noi, che viviamo in democrazia e che quindi possiamo fare sentire la nostra voce, dobbiamo contrapporci, con la forza dei Valori del Vangelo che vive in noi, a tali pericoli. Come dice il Papa "nessuna difficoltà, nessuna paura è così grande da poter soffocare completamente la speranza che zampilla eterna nel cuore dei giovani".
Cosa significa dunque essere il sale del mondo e la luce della terra nel terzo millennio? Significa, con parole ed opere, nella vita di ogni giorno, testimoniare i Valori del Cristianesimo. Significa cercare di vivere nella serenità che viene da Cristo e trasmetterla agli altri, soprattutto a coloro che soffrono. Come è stato detto, spesso non c'è bisogno di fare grandi opere per essere santi. Noi giovani delle GMG siamo una forza di rinnovamento reale nel mondo, noi possiamo contrapporci alle minacce e contribuire a costruire un futuro migliore. A Downsview Giovanni Paolo II ci ha detto: "Quello che voi erediterete è un mondo che ha un disperato bisogno di un rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà umana. Č un mondo che necessita di essere toccato e guarito dalla bellezza e dalla ricchezza dell'amore di Dio. Il mondo odierno ha bisogno di testimoni di quell'amore. Ha bisogno che voi siate il sale della terra e la luce del mondo." Indifferenza, ostilità o derisione non ci devono fare paura.
Come è successo a Downsview, la mattina è cominciata sotto la bufera. Pioggia e vento ci hanno avvolto. Ma tutti hanno atteso: è uscito il sole, la calma è tornata e ci siamo asciugati. Così avviene, a partire dalle situazioni peggiori, se Dio è con noi: "Insieme, rimaniamo saldi contro la tempesta, e nel cuore della notte siamo le sentinelle del mattino" dice un verso dell'Inno della GMG2002 "Luce del Mondo".
Congedandoci a Roma, il Papa ci aveva detto "Tornando a casa, non disperdetevi" ed è questo che dobbiamo fare. Ci siamo ritrovati a Toronto, dopo due anni. Siamo ancora qui, sotto la stessa luce e sotto la croce di Gesù. Il fatto di sapere di essere in tanti deve contribuire a rafforzarci nella nostra fede. E dobbiamo continuare a tenerci per mano, spiritualmente (e anche tramite gli strumenti di comunicazione moderna). Noi, Sentinelle del Mattino, "apostoli del terzo millennio", portando in spalla il Sale del Mondo e in mano le Lucerne della Luce della Terra, torniamo nel mondo, alle nostre case, per applicare, con rinnovato entusiasmo, le nostre convinzioni nella vita di ogni giorno, tenendo presente che, come dice l'inno della GMG2000 "Emmanuel", Dio è con noi e che noi facciamo brillare il riflesso della Sua luce, giorno dopo giorno.