Tutta la GMG 2002 minuto per minuto
di Giulio Destri

A due anni di distanza dalla meravigliosa esperienza di Roma ecco presentarsi una nuova occasione di partecipare alla GMG, e in modo più lungo ed esteso… Non è vicino, certo, ma sono stato anche in posti più lontani. Si parteeee!!!!
Dopo i timori classici di ogni viaggio ("Ci sarà un contrattempo ecc…"), finalmente, superato l'ultimo giorno di lavoro arriva finalmente il momento della partenza.
La mattina del 18 Luglio mi sveglio e esco, trascinando la mia fida valigia da aereo, con lo zaino di Roma sulle spalle, in una Casalmaggiore immersa nella nebbia, insolita per Luglio. Arrivo giusto giusto davanti al Duomo e una strana sensazione mi prende, come se un'onda di luce mi passasse attraverso. E' solo un'attimo, ecco gli altri, con la benedizione di Don Alberto e i saluti di tutti saliamo sul pullman, consci ancora una volta di rappresentare non solo noi stessi, ma tutte le nostre comunità e coloro che non possono partecipare. Siamo quindi dei privilegiati in quanto possiamo vivere in prima persona questa esperienza e dobbiamo mostrarcene degni.
Il viaggio a Milano è lungo, percorriamo la provincia e carichiamo via via i vari gruppi nei paesi. In principio ogni paese fa gruppo a se, tranne chi già si conosce, ma a poco a poco cominciamo a non essere più estranei e a vivere un clima da gita scolastica. Passiamo nella zona nord, per strade mai percorse e paesi appena sentiti nominare, e finalmente Malpensa. La messa in aeroporto segna l'inizio del pellegrinaggio. Da questo momento, anche se ancora non tutti ci conosciamo, siamo un unico gruppo di pellegrini, che vanno in Canada con uno scopo ben preciso.
Dopo l'interminabile fase di accettazione bagagli ecco l'aereo, si sale. Mi viene in mente la mia bellissima vacanza negli USA del 1996, so come sarà il viaggio e sono solo impaziente di arrivare. Qualche ritardo, Francoforte e poi la tratta Atlantica. Intanto ci conosciamo...
Arriviamo finalmente a Toronto, è notte ed ecco la prima difficoltà: i cellulari non funzionano, anche i trial band… divento rapidamente l'"uomo dei cellulari" e riesco a mettere a posto tutti quelli che mi vengono affidati. Ecco l'autobus, si parte per Belleville. Siamo stanchi e sul pullman si dorme.
Ed ecco, finalmente Belleville e la Parrocchia. Ho sonno e poca voglia di parlare Inglese, ma vedremo di provvedere. Ecco la cena e le persone gentilissime che conosceremo meglio poi. Ecco l'assegnazione ed Elaine Mac Neil che ci viene a prendere. La casa è bella, solo lontana, 20 Km circa. Cominciamo a capire qualcosa su come è grande il Canada e come sono fatte le città… Una doccia e a nanna. Come speravo il problema del fuso orario è superato. Al mattino conosciamo anche Gerry, il marito di Elaine, insegnante all'Accademia di Polizia (qualche battuta correlata alla serie di film mi viene subito in mente).
Vorremmo stare di più con le famiglie, anche se io e Gabriele riusciamo a rimanere una sera a cena in casa. L'esperienza con i canadesi è fantastica, sono molto comunicativi e disponibilissimi e quasi ci fanno sentire in imbarazzo… Troviamo il modo di parlare a lungo e di conoscere meglio la loro vita, e allo stesso tempo di fare conoscere loro un poco la nostra. I giorni a Belleville passano tra pranzi, cene e vita di gruppo. La domenica siamo a fare il bagno nel lago Ontario. Beh, devo dire che l'Adriatico è senz'altro meglio… comunque è una bella giornata che passiamo insieme.
Arriva il lunedì, ed ecco la messa di commiato, dove sentiamo forte il sentimento di comunità. Italiani, Tedeschi, Cileni, Canadesi… Migliaia di persone, da tanti paesi diversi, tanti modi diversi ma per vivere la stessa fede. Riconosciamo le note di "Quale Gioia", cantata in Inglese dal coro e la copriamo completamente con le parole del testo in Italiano.
Ora dobbiamo salutarci. Anche se ci conosciamo da pochi giorni è come se fossero anni. Il grande dispiacere per il distacco viene in parte colmato dal fatto che comunque, grazie alla posta elettronica, ci terremo sempre in contatto.
Sotto un temporale impetuoso siamo sul pullman, direzione Toronto. Dormo e rifletto, raccolgo i miei pensieri...
Sotto la energica guida di Don Claudio ci scateniamo nella ennesima ripetizione di "Emmanuel". E' sicuramente più bella dell'inno di quest'anno, che nessuno di noi ha ancora imparato bene, e siamo contenti di ribadire il concetto.
Ed eccoci alla Parrocchia di San Rocco. Sarà come a Belleville. Sì ed anche di più! Il cibo è fors'anche più buono e… i parrocchiani presso cui alloggeremo sono… tutti Italiani!
Due dei volontari, Irene e Marco Campeotto sono nipoti della famiglia presso cui siamo destinati, per cui andiamo in macchina con loro e conosciamo prima la loro famiglia. Sono gli Italiani di una volta, gente forte e simpatica, con i valori stampati bene in testa. Lo stesso è la nostra famiglia, i signori D'Intino. Mi ricordano molto una coppia di miei zii, nei modi di fare, di scherzare. Sono anche loro disponibilissimi e simpatici. Raisat, le radio italiane… ma siamo in Canada? San Rocco è abitato al 94% da Italiani. Tutta la prima generazione come loro parla ancora perfettamente l'Italiano, vengono almeno ogni due anni in Italia e hanno mantenuto contatti. I figli parlano ancora l'Italiano, ma già "pensano" in Inglese, i nipoti, non si sa… Il regalo dell'icona della Madonna della Fontana è proprio quello giusto per loro.
E comincia la parte "calda" della GMG. In parrocchia ogni giorno intorno alle 8 per le Lodi, catechesi, vespri. Le catechesi sono veramente interessanti (almeno la maggioranza) e suggeriscono meditazioni. Avvenire è con noi e parla di noi. E' meraviglioso sentirsi qui, anche se le notizie dal Medio Oriente ricordano che questa è comunque un'oasi di pace in un mondo di guerre… ma è da qui che può venire la forza che porterà pace al resto del mondo.
L'organizzazione di distribuzione dei pasti fa cilecca. Roma era meglio. Fa piacere ogni tanto constatare che gli Italiani certe cose le fanno meglio… Ma i parrocchiani e il Parroco sono degli angeli: avremo i pasti sempre in Parrocchia.
La Via Crucis, anche se un po' bagnata è bellissima. Certo non è quello cui siamo abituati, ma la recita della passione di Cristo è veramente ben fatta. Vengo a sapere che l'attore che interpreta il Cristo è un informatico di professione… non posso trattenermi dal pensare a tutte le battute sul nostro mestiere...
Ed eccoci al gran giorno: si parte per Downsview. Divisi in vari gruppi camminiamo "a caccia di autobus". E io ne vedo uno vuoto, Irene riesce a fermarlo e saliamo, scendendo a soli 4 Km dalla meta. Alle 14 del Sabato arriviamo finalmente e riusciamo anche a trovare un posto, ricongiungendoci con gli altri. Le ore passano, il sole è caldo. Non posso fare a meno di pensare a Roma e di fare paragoni...
Poi giunge la sera e la Veglia. A Roma era più intensa, più raccolta, anche se le persone erano molte di più. Ma anche qui ci sono tanti fedeli insieme, che pregano. Guardo la fiamma della mia candela, e di mille e mille altre candele e ringrazio Dio di potere essere qui. Con l'augurio del Papa di buona dormita la Veglia termina. No fuochi artificiali? Evidentemente no. Non ho ancora sonno e decido di fare un giro. Tantissima gente, gruppi che cantano, ballano. Le luci fioche in cima alle torri illuminano comunque tutto. Topini sono comunque in giro, sono contento di avere cambiato posto prima… Pioverà? Mah, spero ovviamente di no. Torno al mio posto e dormo. Alle 12.30 comincia l'altoparlante a strepitare, ma io dormo. L'unica cosa che riconosco è la pubblicità in Inglese dei Focolarini… Ogni tanto mi sveglio, mi giro e guardo il cielo. Alle 5 e qualcosa mi sveglia Irene: dobbiamo andare a prendere la colazione… Andiamo, ci fermiamo un secondo ai bagni (come rimpiango quelli di Roma) e poi, ottenute le razioni (che roba strana) torniamo. A due passi dal nostro posto, ecco la sveglia: 10 minuti di pioggia battente. Rimediato alla cosa, ci si guarda intorno. Cosa farà ora il tempo? La luce ormai giunta mostra un cielo viola, che non promette nulla di buono. Mi attrezzo, come tutti. Poco prima delle 8 ecco il diluvio. Un ora e mezza di pioggia, vento e… caos. Le lampade volano via, i supporti cedono. Aspettiamo. Poi la messa inizia e poco dopo… ecco il sole. Nel giro di mezz'ora fa pure caldo. Sistemando la roba nelle pause seguo la messa. C'è più gente e ora il clima è molto raccolto, direi più di ieri. Rifletto sulla predica. Il messaggio finale del Papa è intenso ed energico, ma suona come un testamento. Sì, è il testamento di un Pontefice che ha fatto tanto, e che non sa se ci sarà ancora a Colonia nel 2005.
Attendiamo oltre la fine e poi, mangiato qualcosa, si parte per il ritorno. Mi aspetto come a Roma di arrivare alle stazioni dei mezzi pubblici, ma qui la rete degli autobus salta. A piedi, e siamo a 15 Km dalla parrocchia! Dopo alcuni Km Irene chiama i suoi e suo zio, gentilissimo ci viene a prendere.
Doccia e ripulita. La Signora D'Intino ci lava tutto! E lo stesso fanno le famiglie di tutti! Che gentilezza incredibile! Saremmo noi in grado di fare altrettanto?
La sera, cena di famiglia, prima in casa nostra, poi dai genitori di Irene insieme con le ragazze di Sospiro loro ospiti.
Alla mattina del Lunedì, messa di commiato e si parte. Ancora una volta un triste addio. Soprattutto, sono loro che piangono, e che ci ringraziano per quanto noi abbiamo fatto!
Ed eccoci in viaggio per Ottawa, un po' stanchi dormiamo sul pullman. L'autista, Judith, è simpatica, anche se certe battute sono sicuramente arricchite dalla traduzione di Nicoletta. Il centro di Ottawa è molto bello e i palazzi governativi solenni. Sistemati in hotel abbiamo il tempo per visitare la città. Il museo è strano: tutti pezzi di arte europea, sicuramente belli, sistemati in ordine cronologico… e basta! Si possono anche fare riprese e foto entro il museo stesso. Poi la torre e la gita nel fiume ove vediamo tramontare il sole. Ora di cena: ci separiamo e insieme ad Antonio e Andrea troviamo una pizzeria. No magari, è solo un pizza hut. La pizza è… commestibile. Scopriamo che esiste una linea di demarcazione piuttosto netta fra il centro e la periferia e qui girano certe facce… facciamo anche in tempo a vedere una retata in diretta: la polizia senza tanti complimenti arresta e perquisisce dei tossici. Alle 10:30 lo spettacolo davanti al Parlamento: immagini e suoni, è una specie di glorificazione del Canada, e allo stesso tempo un invito a gente con una professione a venire a vivere lì. Poi qualche goccia, torniamo in hotel e andiamo a nanna.
Il giorno dopo errore strategico: la colazione in hotel è cara e… non particolarmente buona. Vabbè, accettiamo il sacrificio. Ora si parte per Montreal. Ci fermiamo al santuario di San Giuseppe al Monte. Bello, ma troppo imponente e monumentale, specialmente il santuario superiore (è organizzato come la Basilica di San Francesco ad Assisi). Un po' di foto di gruppo davanti al panorama di Montreal e poi entriamo in città. La Basilica di Notre Dame è carina, ma decisamente un po'... kitch. La pizzeria dove mangiamo è gestita da Franco Canadesi, chissà perché conservano abbastanza di quella superbia che rende i Francesi insopportabili agli occhi di noi Italiani. Al pomeriggio dove si va? Al circuito Villeneuve di Formula 1. Come è strano vedere un circuito senza il clamore dei gran premi, trasformato in una gigantesca… pista ciclabile, frequentata soprattutto da pattinatori. All'uscita Don Davide e la Miriam improvvisano anche una sfida in mezzo alle fontane, e riescono a bagnarsi per bene, mentre noi ragazzi ridiamo a più non posso. Torniamo in centro col metrò, qualche acquisto e poi di nuovo in pullman, si ritorna a Ottawa.
Alla sera si va a mangiare nel ristorante all'angolo, dove si mangia bene (il padrone è un Italiano) e dove ritorniamo anche il mattino dopo a fare colazione. Le ragazze di Viadana sono… molto assonnate e mi scappa una foto. Si parte per Kingston.
Il parco delle mille isole è veramente bello. Una casa qui sarebbe sicuramente desiderabile, ma anche farci una vacanza. Mi piacerebbe poterci passare qualche periodo ogni tanto, collegato con il mondo solo via rete, fuori dal caos della vita di tutti i giorni... Alla sera ecccoci all'Università di Kingston. Così come quando ero a Edinburgo in Scozia per la mia borsa di studio, vedendo i mezzi che le università straniere mettono a disposizione degli studenti non posso fare a meno di arrabbiarmi...
La messa di commiato alla Chiesa del Buon Ladrone è molto bella. Ecco il corrispondente della nostra preghiera di gruppo in San Pietro a Roma: sentivo che mancava qualcosa e ora è completo. Don Giampaolo, ultimati i commenti dei nostri sacerdoti invita qualcuno dei ragazzi a parlare… e vado io, e Andrea di Cassano, e ribadiamo il pensiero di tutti.
Ci ritroviamo dopo cena a giocare in riva al lago: bellissimo e spensierato, anche se si potrebbe fare di più. E' tempo di iniziare i saluti, l'indomani parte il gruppo di Detroit. Il clima è spensierato, ma allo stesso tempo triste, ci si saluta e si pensa al ritorno.
Al ritorno al dormitorio è come essere in gita scolastica, si gira in tutte le camere si parla, si chiacchiera… che bello, vorrei non finisse mai. Ma verso l'una sento che la mia cronica scarsa resistenza al sonno si sta facendo viva. Sono ko e devo andare a dormire... crollo e mi addormento.
Al mattino colazione e si va al porto, poi in un centro commerciale a Toronto. Per la prima volta giro da solo, voglio osservare e pensare. C'è anche il tempo di scrivere le ultime cartoline. Poi in aeroporto. E, dopo un ritardo di un paio d'ore ci si imbarca. Mi addormento e riesco a dormire per la maggior parte del viaggio. Francoforte e poi Malpensa. I bagagli ci sono tutti. Ecco il pullman. Il viaggio verso casa… è tempo di saluti, ma ci terremo in contatto!