"Bugie staminali"
"Bugie staminali"
Procreazione Assistita - sab 22 gen
Lo scienziato Angelo Vescovi è contro le illusioni e spiega come si
ricerca senza manipolare embrioni
Angelo L. Vescovi è uno dei più importanti studiosi del mondo
nel campo delle cellule staminali. Pronuncierà questo intervento il 31
gennaio allAccademia dei Lincei al convegno sui problemi e le prospettive
della procreazione assistita organizzato dallIsle.
di Angelo L. Vescovi
Tratto da "Il Foglio" del 22 gennaio 2005
Una delle ragioni alla base dello scontro sulla legge che regolamenta la produzione
di embrioni umani riguarda la possibilità di utilizzarli al fine di isolare
cellule staminali embrionali pluripotenti. Essendo queste cellule in grado di
produrre qualunque tipo di cellula matura dei tessuti del nostro organismo,
esiste la possibilità che le cellule staminali embrionali possano essere
utilizzate per lo sviluppo di numerose terapie rigenerative ad oggi incurabili,
quali il diabete, il morbo di Alzheimer eccetera. Questa tesi è sicuramente
logica e sostenibile fintanto che si accetti il fatto che si sta parlando di
prospettive future e non di terapie già esistenti o in rapido divenire,
e che si sta parlando di una delle numerose vie percorribili. Purtroppo, il
messaggio che incautamente viene trasmesso al grande pubblico e al legislatore
è di ben altra natura e diametralmente opposto a quello che la realtà
dei fatti ci propone. Ci viene infatti spesso spiegato il contrario del vero,
e cioè che le cellule staminali embrionali rappresentano se non lunica
(concetto che comunque in molti propongono), sicuramente la via migliore per
lo sviluppo di terapie cellulari salvavita. Si allude spesso, nemmeno troppo
velatamente, al fatto che le terapie a base di cellule staminali embrionali
sarebbero addirittura già disponibili. Non posso mancare di notare come
un tale approccio è totalmente infondato e pone il cittadino, presto
chiamato a decidere sulla validità della legge sulla fecondazione assistita,
di fronte ad un dubbio dilaniante: lasciare morire milioni di persone o permettere
luso degli embrioni umani per generare cellule salvavita? Ovviamente,
in un contesto simile la natura dellembrione umano viene stravolta, negata
e banalizzata fino a renderlo un semplice grumo di cellule, qualcosa
di sacrificabile ignorando gli enormi problemi etici che questo sacrificio solleva.
In realtà il sacrificio non è per nulla necessario.
Non ci sono terapie embrionali
A dispetto di un oggettivo, significativo potenziale terapeutico, non esistono
terapie, nemmeno sperimentali, che implichino limpiego di cellule staminali
embrionali. Non è attualmente possibile prevedere se e quando questo
diverrà possibile, data la scarsa conoscenza dei meccanismi che regolano
lattività di queste cellule, che ci impediscono di produrre le
cellule mature necessarie per i trapianti, e data la intrinseca tendenza delle
staminali embrionali a produrre tumori. Secondo, ma non meno importante, esistono
numerose terapie salvavita che rappresentano realtà cliniche importanti,
quali le cure per la leucemia, le grandi lesioni ossee, le grandi ustioni, il
trapianto di cornea. Tutte queste si basano sullutilizzo di cellule staminali
adulte. Inoltre, sono in fase di avvio nuove sperimentazioni sul paziente che
implicano lutilizzo di cellule staminali cerebrali umane. Terzo, le terapie
cellulari per le malattie degenerative non si basano solo sul trapianto di cellule
prodotte in laboratorio. Esistono tecniche altrettanto promettenti basate sullattivazione
delle cellule staminali nella loro sede di residenza. Saranno quindi le cellule
del paziente stesso che si occuperanno di curare la malattia, una volta stimolate
con opportuni farmaci. Ovviamente, trattandosi delle cellule staminali del paziente
stesso, i problemi di rigetto che, ricordiamolo, possono esistere col trapianto
di staminali sia embrionali che adulte, in questo caso non sussistono. Quarto:
la produzione di cellule staminali embrionali può avvenire senza passare
attraverso la produzione di embrioni. Sono infatti in corso studi grazie ai
quali è possibile deprogrammare le cellule adulte fino a renderle uguali
alle staminali embrionali senza mai produrre embrioni. Si tratta di una procedura
che ha la stessa probabilità di funzionare della clonazione umana, ma
scevra da problemi etici e che produce cellule al riparo da rischi di rigetto.
Da quanto descritto sopra, emerge molto chiaramente la seguente conclusione:
il dibattito riguardante la legge sulla fecondazione assistita deve avvenire
in assenza delle pressioni emotive e psicologiche che, artatamente, vengono
fatte scaturire dalla supposta inderogabile necessità di utilizzare gli
embrioni umani per produrre cellule staminali embrionali che rappresenterebbero
lunica o la migliore via per la guarigione di molte malattie terribili
e incurabili. Questa affermazione è incauta non solo perché fondata
su concetti facilmente questionabili ma anche in relazione allesistenza
di linee di ricerca, di sviluppo e di cure almeno altrettanto valide, molto
più vicine alla messa in opera nella clinica corrente e prive di controindicazioni
etiche. Il dibattito sulla legge deve quindi incentrarsi sugli aspetti relativi
alla dignità dellembrione e al suo riconoscimento come vita umana
a tutti gli effetti. In questo contesto, mi permetto di concludere che, nella
mia scala di valori di laico e agnostico, il diritto alla vita dellembrione
precede inequivocabilmente il diritto alla procreazione.