"Guai a forzare la natura. Parola di ambientalista."
"Guai a forzare la natura. Parola di ambientalista."
Intervista a Enzo Tiezzi - E' Vita, supplemento di Avvenire - 28/05/05
Di Pier Luigi Fornari
Autoderminazione della donna? Libertà di ricerca scientifica? Nientaffatto.
La vittoria dei «sì» al referendum consentirebbe solo «libertà
agli apprendisti stregoni della manipolazione genetica di fare i loro affari».
A pensarla così è un uomo di scienza e di sinistra. Uno studioso
di problemi ecologici di fama mondiale, Enzo Tiezzi. Insignito appena venticinque
giorni fa, il 3 maggio, allUniversità di Cadice della medaglia
doro Prigogine, una sorta di premio Nobel dellambientalismo. Oltre
alla sua «totale contrarietà alle manipolazioni genetiche»,
Tiezzi vede nelle promesse delle multinazionali, una medicina si direbbe
nel vecchio linguaggio della sinistra classista e imperialista. Infatti
le eventuali terapie pretendono di garantire unimpossibile immortalità
«solo ai più ricchi dei Paesi più ricchi» ai danni
delle donne e dei Paesi poveri.
Le sue sono ragioni perfettamente laiche e di sinistra, tantè che
Tiezzi esordisce rivendicando il valore del suo sostegno al divorzio e allaborto,
nei rispettivi referendum: «Anche oggi assumerei la stessa posizione
spiega . Perché per me è sacrosanto dare a una persona il
diritto di scegliere: uno può divorziare o meno, abortire o meno. Poi
se la vede con la propria coscienza. Questo non vuol dire che sia favorevole
allaborto».
La sua sembra comunque una posizione solitaria, soprattutto nella sinistra?
«Le ragioni sostanzialmente tre per cui, io, mia moglie
e le mie figlie non andremo a votare sono condivise da molti amici anche della
sinistra a Siena, decine di persone, anche tra i miei collaboratori allUniversità.
Moltissimi».
Cominciamo dalla prima ragione?
«La prima ragione è che il referendum è uno strumento democratico
fondamentale. Dovrebbe però essere indetto non sulla base di 500 mila
firme ma di 5 milioni. E si dovrebbe celebrare per cose molto importanti. Ad
esempio la scelta istituzionale: lItalia deve essere una Repubblica o
una monarchia? Così per il divorzio. Ma visto che costano un sacco di
soldi allo Stato, non si possono fare ogni due anni per dare un po di
visibilità politica ai radicali. E poi non si può obbligare un
cittadino ad andare per forza a votare. Se mi obbligano ad andarci io non ci
vado. Ecco la prima ragione per cui non vado a votare: eccesso di referendum.
Nausea da referendum».
Cè chi dice che è meglio andare al seggio a votare "no".
«Attenti allipocrisia assoluta di andare a votare "no".
Chi vota "no" aiuta a raggiungere il quorum e in realtà fa
vincere i "sì". La matematica dice questo».
Se lo dice lei che che abitualmente lavora con le formule...
«Chi va a votare "no" se è una persona seria, politicamente
e scientificamente seria, deve rifiutare tutte le schede e farlo registrare
agli scrutatori. Questo è lunico modo serio di votare "no"».
Ma non cè il dovere del voto?
«Non è vero che andare a votare ai referendum è un modo
di espletare la nostra vita democratica. È un obbligo che una minoranza
ci vuole imporre. Io non voglio sottostare a questa minoranza e non vado a votare».
Passiamo alle ragioni di merito.
«La seconda ragione è che studi recenti, usciti in Gran Bretagna
dove le pratiche di clonazione e di manipolazione degli embrioni sono diffuse,
dimostrano con chiarezza assoluta che quando si va a cercare la nascita di un
figlio con questi metodi in un gran numero di casi vengono alla luce bambini
malformati o con difetti genetici. Quindi si illude doppiamente una donna che
desidera un figlio. La scienza dice che quando si forza la natura si rischia
di avere con molta probabilità malformazioni, malattie, bimbi con tare
genetiche. E questa non è vita. Non è la bellezza di avere un
figlio, che non può che essere secondo natura».
Cosa accadrebbe se vincessero i "si"?
«Se questa legge anche troppo permissiva venisse sostituita con una norma
ancor più permissiva nelluso della manipolazione genetica dellembrione
e delle cellule staminali, non garantiremmo libertà alle scelte della
donna ma solo la libertà agli apprendisti stregoni della manipolazione
genetica (leggi Umberto Veronesi) di fare i loro affari. Con lo slogan della
libertà di ricerca si vuole ottenere la libertà di manipolazione
genetica. Ma non è questa la libertà di ricerca».
Lesito di queste alchimie?
«Così si fa unoperazione scientificamente abominevole perché
per dare lillusione che la vita possa essere eterna si uccide un embrione,
che è vita, si fa una manipolazione genetica».
E il pretesto?
«Promettere la guarigione di malattie di cui muoiono solo i ricchi occidentali.
Tutto mira a dare unillusione di eternità che non fa parte della
natura umana. Non si affronta così il problema della morte».
E come?
«Si devono sopportare le malattie che abbiamo, e accettare la morte con
rassegnazione: latarassia, come dicevano Epicuro e Lucrezio. Senza un
attaccamento morboso alla vita, tipico della società americana, che di
princìpi etici mi sembra ne abbia sempre di meno. Vedi la guerra in Iraq».
Per non introdurre ragioni di fede, anche la psicanalisi invita a elaborare
il lutto della propria mortalità, invece questi accenni ricorrenti alleternità
del biologo Edoardo Boncinelli inducono a rimuovere il problema...
«Infatti, questi messaggi diffusi dalle multinazionali delle biotecnologie
sono una delle più grandi truffe mai perpetrate nella storia della medicina.
Non siamo eterni, si deve morire. Cerchiamo di far soffrire il meno possibile,
questo sì. Come vede la mia posizione su questi temi è molto diversa
da chi è contro la manipolazione genetica per ragioni di fede. Io penso
che la morte fa parte della natura. Questo non vuol dire però che io
sia contro la ricerca scientifica per curare le malattie e lenire il dolore».
Ma lei non è attaccato alla vita?
«Molto. Anche se ho raggiunto una certa età mi piacerebbe vivere,
e vivere ancora a lungo. Quello che non mi piace è lattaccamento
morboso che spinge a effettuare le manipolazioni più terribili per garantirsi
una guarigione».
A vantaggio di chi?
«Queste cure se le potranno consentire solo coloro che hanno un sacco
di soldi. I più ricchi dei Paesi più ricchi».
Dunque per sfoderare vecchi termini della sinistra, una medicina di classe,
una medicina imperialista?
«Non cè un dubbio. Mi fa veramente specie che persone che
stimo moltissimo come Fausto Bertinotti, persone comuniste, finiscano in questo
referendum per fare il gioco delle multinazionali americane. Non mi meraviglia
se questo atteggiamento lo assumono i radicali. Mi meraviglia se questo atteggiamento
lo assume la sinistra. Così si illudono le donne. Si illudono i malati.
È un atteggiamento demagogico e populista».
di Pier Luigi Fornari