"La legge 40 in pillole"

Da www.comitatoscienzaevita.it - Subiaco ottobre 2004



1. Ma, precisamente, cosa si intende quando si parla di procreazione medicalmente assistita?
Si parla di generazione artificiale di un essere umano, ossia del processo tecnico che consente la fecondazione in vitro (cioè in laboratorio) con successivo trasferimento dell'embrione umano così formato nell'utero di una donna.
La fecondazione artificiale si dice omologa quando i gameti (ovociti femminili e spermatozoi maschili) vengono forniti dai due genitori, eterologa quando si fa ricorso alle cellule germinali di almeno un donatore diverso dalla coppia, creando così una evidente dissacrazione delle parentele.

2. Perché l'attuale legge dello stato vieta la fecondazione artificiale?
Non è così! La recente legge che -dopo decenni di assoluto vuoto legislativo che regolasse una materia così delicata- è stata promulgata (la legge n° 40 del 2004) non vieta affatto il ricorso a queste pratiche, ma le regolamenta cercando di armonizzare i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il più debole ed indifeso dei soggetti in questione che è l'embrione.
¢ La legge consente la fecondazione artificiale omologa alle coppie, anche se non sposate, che dimostrino la loro sterilità o infertilità.
¢ La legge vieta di produrre embrioni per fare su di loro esperimenti, perché sono persone umane e non cavie da laboratorio.
¢ La legge prevede il consenso informato per le coppie, che intendono usufruire di questa tecnica, compresa l'informazione sulla probabile morte di alcuni embrioni prodotti per il trattamento e sulla bassa percentuale di successo (circa il 27 - 30%) di queste tecniche di riproduzione artificiale.
¢ La legge prevede un fondo per favorire l'accesso a queste tecniche.
¢ La legge dispone la compilazione di un registro nazionale di centri autorizzati ad applicare queste tecniche di procreazione artificiale.
Insomma la legge c'è, consente la fecondazione medicalmente assistita e pone solamente delle limitazioni per evitare abusi, sperimentazioni incontrollate ed aberranti, inutili stragi di embrioni innocenti.

3. Allora questa è una "legge cattolica" , magari imposta dal Vaticano al nostro Parlamento. Ecco perché i cattolici la sostengono così tanto!
Questa è un'autentica stupidaggine.
Se fosse una"legge cattolica", come si sente dire, vieterebbe semplicemente qualsiasi forma di procreazione artificiale, in quanto, per la morale cattolica, il ricorso a queste tecniche riproduttive costituisce sempre e comunque una colpa assai grave.
Se molti, anche cattolici, sostengono questa legge è solo perché la considerano frutto di un compromesso ragionevole tra diverse istanze, spesso tra loro contrastanti, e perché non è più ammissibile un vuoto normativo su una materia così importante.

4. Ma questa è una legge crudele perché non considera a sufficienza il desiderio legittimo di una coppia di avere un figlio.
Siamo tutti d'accordo che si tratta di un desiderio bellissimo. Sappiamo anche che quando il desiderio della coppia non si riesce a realizzare, questo provoca una profonda sofferenza nei mancati genitori.
Qui però non è in discussione la nobiltà di un desiderio, ma se è giusto realizzarlo a qualsiasi costo. Più semplicemente: è lecito sacrificare dei bambini innocenti per esaudire il desiderio di avere un figlio? Bisogna sapere, infatti, che per poter procreare un figlio artificialmente è necessaria la produzione di diversi embrioni, la maggior parte dei quali è destinata ad una morte quasi sicura. Il mio desiderio non può costituire motivo sufficiente per autorizzare la soppressione di embrioni innocenti. Non ogni desiderio può diventare un diritto.

5. Questo embrione sembra quasi un'ossessione. Ma cos'è un embrione, per meritare tanta attenzione? Non è un semplice ammasso di cellule?
Qui si tocca il vero cuore del problema, ma è necessario correggere la domanda iniziale; non cos'è, ma chi è l'embrione.
L'embrione non è una cosa, ma un essere che fin dal primissimo istante della sua esistenza possiede un patrimonio genetico proprio e completo e che si sviluppa in modo autonomo in virtù di una forza interna al suo essere.
Oggi abbiamo una conoscenza approfondita circa l'embrione, la sua formazione il suo sviluppo.
Questa enorme quantità di informazioni scientifiche ci portano, per logica induzione, ad affermare che fin dal momento del concepimento un reale individuo umano inizia la sua propria esistenza, o ciclo vitale, durante il quale, date tutte le condizioni necessarie, realizzerà autonomamente tutte le potenzialità di cui è intrinsecamente dotato.
Perché l'embrione vivente è realmente un individuo umano, non un mero "cumulo di cellule".
Essendo un individuo umano, l'embrione ha diritto alla vita, come ogni altro essere umano.

6. Si sente dire che, potendo utilizzare le cellule staminali degli embrioni si guarirebbero diverse malattie, tipo il morbo di Parkinson o di Alzheimer. Questa legge impedisce dunque di venire in aiuto a malati molto gravi?
Si tratta di una menzogna clamorosa!
Premesso che a tutt'oggi non esiste alcuna applicabilità, neppure sperimentale, delle cellule staminali embrionali come terapia per l'uomo e che, anzi, ci sono probabilità di produrre cellule cancerogene, il problema è semplicemente quello di decidere se sia legittimo uccidere un uomo per guarirne un altro.

7. Con tutti questi divieti, non si rischia di bloccare il progresso scientifico?
Ma è proprio la scienza biologica che ci dimostra come l'embrione sia un essere umano. Dobbiamo decidere se vogliamo una scienza che aiuti l'umanizzazione del mondo o se invece accettiamo che sia giusto fare tutto ciò che si può tecnicamente fare.
Anche nei campi di concentramento si compivano esperimenti sugli esseri umani, ma tutti parlavano di atrocità e non di progresso.
La scienza, come del resto ogni attività umana, ha bisogno di leggi che la regolamentano per favorire il vero progresso della società, prevenendo degenerazioni e pericolose pratiche antiumane.