"Ma Dio cè anche nella foresta africana"
"Ma Dio cè anche nella foresta africana"
Illustrissimo signor Direttore,
ho letto con vivo interesse le considerazioni di Angelo Angiolini sull'intervento
di don Alberto Franzini apparsi su "La Cronaca" rispettivamente il
5 gennaio ed il 30 dicembre a proposito della catastrofe in Asia. "La Cronaca"
ha giustamente valorizzato i due interventi sul piano editoriale, iniziandoli
in prima pagina, perché rivelatori di due modi diffusi di pensare: quello
che si rifà alla tradizione giudaico-cristiana, al "deposito della
fede" e quello laicistico che non ne tiene conto.
Il pensiero di don Alberto è cristocentrico, quello laicistico è
antropocentrico, per dirla con Maritain.
Il primo tiene conto della rivelazione sulla morte e sul male come "mistero
di iniquità"; parte perciò dal peccato originale. Il secondo,
invece, connota il "peccato d'origine" come "macigno" irrazionale.
Non mi meraviglio, pertanto, che Angiolini abbia provato "angoscia, preoccupazione,
disorientamento" leggendo don Alberto, che, da teologo esperto, e per giunta,
parroco, ha detto le stesse cose del Vescovo Lafranconi il giorno di Natale:
Cristo non ha spazzato via il male; ma, nell'Incarnazione, l'ha assunto, vincendolo
però con la Sua Croce e Resurrezione.
Se rettamente capisco il disagio dell'interlocutore, esso è accresciuto
non solo dal paradosso delle verità cristiane ma dal fatto che sembrino
inutilizzabili dinnanzi all'urgenza degli aiuti da fornire e al come organizzarli
in Asia.
Il problema si pone allora in questi termini: perché questo disagio dinnanzi
a coerenti considerazioni cristiane che hanno fecondato la nostra terra da duemila
anni? Perché ora appaiono sterili ed inutili? Perché prevale l'urgenza
di "meditare sugli aiuti" e su chi li dà? Perché sono
irrilevanti le espressioni di San Paolo (lettera ai Romani, cap. 8) sull'attesa
della Terra di essere "redenta" dall'uomo? Perché, di conseguenza,
è tempo perso meditare sul gaudioso mistero del Figlio di Dio fatto uomo?
Insomma: ho l'impressione che le verità rivelate, la Chiesa, come Sacramento
di Dio nel tempo, siano state svuotate, diventando "angeli di cristallo",
simulacri di ciò che, invece, varrebbe: l'operare, il fare, il rispettare
la natura, fare tutti felici togliendo le ingiustizie. Si pensa forse che la
felicità sarebbe attuabile in questo mondo e che, vergognosamente, possano
essere felici in quelle terre solo i danarosi occidentali?
Dinanzi all'imponenza del male, si vorrebbe una Chiesa che gridasse allo scandalo
e sconvolgesse l'ordine ingiusto attuale? Da qui la richiesta rivolta a don
Franzini di "una parola di condanna per chi mette in vendita il Paradiso".
Così non solo don Alberto, ma tutta la Chiesa viene messa sotto accusa
e giudicata dal tribunale del modo di pensare laicista. Ho l'impressione che
involontariamente si tenti di sostituire la speranza cristiana con l'utopia
positivista, scientista e materialista cioè con sogni irrealizzabili
come lo furono le grandi utopie, specie quelle dell''800-'900.
La speranza cristiana non è astratta, ma attiene al reale ed è
compresa nel più radicale degli illuminismi, ben più di quello
socratico che colpiva gli dei pagani o di quello settecentesco ed ottocentesco:
i cristiani si sono rifiutati di inginocchiarsi dinanzi all'imperatore, giocandosi
la testa; al seguito della tradizione giudaica si sono anche ribellati alla
divinizzazione della natura, ritenendola semplicemente creazione di Dio consegnata
a noi per gestirla senza violentarla. E' questo il "verdismo" della
Chiesa.
Le conseguenze di queste "piccole" considerazioni hanno segnato la
storia dell'umanità: la natura è "significatione" di
Dio (San Francesco) ma non è un assoluto; ben più grande della
natura sono invece la dignità umana ed il nostro destino eterno, sottratto
da Cristo all'"eterno ritorno dell'uguale" secondo il pensiero greco-antico
(Anassimandro) e secondo il neopaganesimo di Nietzsche.
La Chiesa continua oggi ad essere doverosamente, illuminista, distruggendo gli
idoli di ogni tipo, compresi quelli ideologici? Sembra di sì, se si conoscono
i documenti della dottrina sociale della Chiesa, il suo magistero ordinario
compreso quello locale cremonese e casalese.
Nella storia d'Europa ci sono "tsunami", ancora più devastanti
di quello asiatico. I suoi tremendi effetti sono stati citati da don Franzini
nei milioni di morti ammazzati dalle conseguenze del peccato originale, anche
oggi come oggi.
Conclusione. La discussione sul tema è assai importante. Importante che
il dialogo sia pacato ed approfondito. Gli interventi di soccorso devono esser
massicci, pronti ed organizzati, senza incertezze né vuoti di alcun genere.
Chi più ha, più deve donare. Tutte le istituzioni sono impegnate.
La natura, l'ambiente e le risorse di tutti vanno salvaguardati ed utilizzati
per il bene dell'uomo e non contro di lui. Ma ci si devono porre anche le domande
fondamentali con la libertà di coloro che si lasciano guidare dalla Verità
e non si lasciano confinare nelle gabbie di ideologie anguste e già storicamente
superate.
Fabio Penotti
Presidente del Circolo culturale Nuova Europa