"Ma Dio c’è anche nella foresta africana"

Tra le riflessioni e i commenti suscitati dalllo scritto di don Alberto Franzini pubblicato su “La Cronaca” sul tema della presenza di Dio nonostante i disastri come il recente maremoto, sul medesimo giornale è apparsa la seguente lettera di Fabio Penotti in data 8 gennaio 2004

Illustrissimo signor Direttore,
ho letto con vivo interesse le considerazioni di Angelo Angiolini sull'intervento di don Alberto Franzini apparsi su "La Cronaca" rispettivamente il 5 gennaio ed il 30 dicembre a proposito della catastrofe in Asia. "La Cronaca" ha giustamente valorizzato i due interventi sul piano editoriale, iniziandoli in prima pagina, perché rivelatori di due modi diffusi di pensare: quello che si rifà alla tradizione giudaico-cristiana, al "deposito della fede" e quello laicistico che non ne tiene conto.
Il pensiero di don Alberto è cristocentrico, quello laicistico è antropocentrico, per dirla con Maritain.
Il primo tiene conto della rivelazione sulla morte e sul male come "mistero di iniquità"; parte perciò dal peccato originale. Il secondo, invece, connota il "peccato d'origine" come "macigno" irrazionale.
Non mi meraviglio, pertanto, che Angiolini abbia provato "angoscia, preoccupazione, disorientamento" leggendo don Alberto, che, da teologo esperto, e per giunta, parroco, ha detto le stesse cose del Vescovo Lafranconi il giorno di Natale: Cristo non ha spazzato via il male; ma, nell'Incarnazione, l'ha assunto, vincendolo però con la Sua Croce e Resurrezione.
Se rettamente capisco il disagio dell'interlocutore, esso è accresciuto non solo dal paradosso delle verità cristiane ma dal fatto che sembrino inutilizzabili dinnanzi all'urgenza degli aiuti da fornire e al come organizzarli in Asia.
Il problema si pone allora in questi termini: perché questo disagio dinnanzi a coerenti considerazioni cristiane che hanno fecondato la nostra terra da duemila anni? Perché ora appaiono sterili ed inutili? Perché prevale l'urgenza di "meditare sugli aiuti" e su chi li dà? Perché sono irrilevanti le espressioni di San Paolo (lettera ai Romani, cap. 8) sull'attesa della Terra di essere "redenta" dall'uomo? Perché, di conseguenza, è tempo perso meditare sul gaudioso mistero del Figlio di Dio fatto uomo?
Insomma: ho l'impressione che le verità rivelate, la Chiesa, come Sacramento di Dio nel tempo, siano state svuotate, diventando "angeli di cristallo", simulacri di ciò che, invece, varrebbe: l'operare, il fare, il rispettare la natura, fare tutti felici togliendo le ingiustizie. Si pensa forse che la felicità sarebbe attuabile in questo mondo e che, vergognosamente, possano essere felici in quelle terre solo i danarosi occidentali?
Dinanzi all'imponenza del male, si vorrebbe una Chiesa che gridasse allo scandalo e sconvolgesse l'ordine ingiusto attuale? Da qui la richiesta rivolta a don Franzini di "una parola di condanna per chi mette in vendita il Paradiso".
Così non solo don Alberto, ma tutta la Chiesa viene messa sotto accusa e giudicata dal tribunale del modo di pensare laicista. Ho l'impressione che involontariamente si tenti di sostituire la speranza cristiana con l'utopia positivista, scientista e materialista cioè con sogni irrealizzabili come lo furono le grandi utopie, specie quelle dell''800-'900.
La speranza cristiana non è astratta, ma attiene al reale ed è compresa nel più radicale degli illuminismi, ben più di quello socratico che colpiva gli dei pagani o di quello settecentesco ed ottocentesco: i cristiani si sono rifiutati di inginocchiarsi dinanzi all'imperatore, giocandosi la testa; al seguito della tradizione giudaica si sono anche ribellati alla divinizzazione della natura, ritenendola semplicemente creazione di Dio consegnata a noi per gestirla senza violentarla. E' questo il "verdismo" della Chiesa.
Le conseguenze di queste "piccole" considerazioni hanno segnato la storia dell'umanità: la natura è "significatione" di Dio (San Francesco) ma non è un assoluto; ben più grande della natura sono invece la dignità umana ed il nostro destino eterno, sottratto da Cristo all'"eterno ritorno dell'uguale" secondo il pensiero greco-antico (Anassimandro) e secondo il neopaganesimo di Nietzsche.
La Chiesa continua oggi ad essere doverosamente, illuminista, distruggendo gli idoli di ogni tipo, compresi quelli ideologici? Sembra di sì, se si conoscono i documenti della dottrina sociale della Chiesa, il suo magistero ordinario compreso quello locale cremonese e casalese.
Nella storia d'Europa ci sono "tsunami", ancora più devastanti di quello asiatico. I suoi tremendi effetti sono stati citati da don Franzini nei milioni di morti ammazzati dalle conseguenze del peccato originale, anche oggi come oggi.
Conclusione. La discussione sul tema è assai importante. Importante che il dialogo sia pacato ed approfondito. Gli interventi di soccorso devono esser massicci, pronti ed organizzati, senza incertezze né vuoti di alcun genere. Chi più ha, più deve donare. Tutte le istituzioni sono impegnate. La natura, l'ambiente e le risorse di tutti vanno salvaguardati ed utilizzati per il bene dell'uomo e non contro di lui. Ma ci si devono porre anche le domande fondamentali con la libertà di coloro che si lasciano guidare dalla Verità e non si lasciano confinare nelle gabbie di ideologie anguste e già storicamente superate.

Fabio Penotti
Presidente del Circolo culturale Nuova Europa