Il nostro ricordo delle vittime ha inizio là
dove la vita trova il suo compimento e la sua pienezza: nello splendore di Dio
che ama ognuno di noi e prima di noi.
Il potere della memoria di tutti coloro che sono stati vittime innocenti della
violenza ci dà la forza di vincere la saggezza malvagia di chi discrimina
perfino le vittime. La memoria delle vittime del nazifascismo (solo gli ebrei
furono 6 milioni) non ci può e non ci deve far dimenticare le innumerevoli
vittime del comunismo e i 50 milioni di creature umane abortite ufficialmente
ogni anno nel mondo.
Tutte le vittime degli olocausti passati e di quelli in atto sono cadute là
dove si è verificato o imposto il silenzio su Dio, con la conseguente
distruzione della ragione e quindi della vita umana, dono di Dio. Le parole
che Giovanni Paolo II ha pronunciato nel marzo del 2000 al Mausoleo di Yad Vaschem
a Gerusalemme - dove si ricordano gli ebrei vittime dei lager ("Solo un'ideologia
senza Dio poteva programmare e portare a termine lo sterminio di un intero popolo")
- valgono per i tre grandi totalitarismi della nostra epoca e di quella parte
di mondo che noi abitiamo: il totalitarismo nazista, il totalitarismo comunista,
il totalitarismo nichilista e consumista.
Noi ci ribelliamo alla discriminazione tra gli olocausti del "secolo breve",
secondo la quale solo Hitler sarebbe l'incarnazione di tutti i mali, mentre
si tace sui gulag sovietici, istituiti e usati da Lenin e successori, nei quali
sono stati soppressi 60 milioni di persone e sono successivamente serviti da
modello ai campi di sterminio nazisti.
Come genitori, operatori culturali, educatori, persone libere, denunciamo tali
discriminazioni, anche per il motivo che non favoriscono il processo di crescita
educativa e la libertà culturale delle giovani generazioni.
Noi ci ribelliamo al silenzio della cultura dominante, connivente col crimine
più abietto, l'aborto, che solo in Italia ha causato la morte di oltre
4 milioni di bambini uccisi legalmente nel grembo materno dopo l'introduzione
della legge 194 nel 1978. Una società, quando diventa incapace di tutelare
il più povero e il più indifeso dei suoi membri, può dirsi
emancipata fin che vuole, ma in realtà è così affetta dal
morbo del cinismo e dell'utilitarismo da conferire un sapore ipocrita a tutte
le sue denunce sulle violenze umane, a tutte le sue lacrime sui dolori del mondo,
a tutte le sue proteste sui disastri ecologici, a tutte le sue marce contro
le guerre. Nessuna guerra infatti è più ignobile di quella che
gli uomini, col consenso della legge e con il finanziamento della società,
hanno scatenato contro i propri figli che non hanno visto la luce. E non conosce
armistizi questa guerra, dichiarata da quello Stato che per compito istituzionale
dovrebbe proteggere i più deboli dalle prepotenze dei più forti.
Esprimiamo la nostra denuncia anche ai responsabili delle nostre comunità
civili ed ecclesiali, perché solo attuando ciò che è vero
e giusto si può salvare e promuovere la dignità e la libertà
dell'uomo, e con esse un'autentica democrazia.
Nel '900 Dio è stato messo a tacere con la persecuzione delle chiese
cristiane; ai nostri giorni con il trionfo di un'ideologia materialista che,
con astuzia, vuole ridurre la persona umana solo al soddisfacimento di bisogni
fisici, senza pensare che ogni istante può essere un'apocalisse, cioè
la rivelazione definitiva di ognuno di noi e del proprio mondo a noi stessi.
La mentalità dominante ha decretato il trionfo del denaro contrabbandato
per onnipotente; ha degradato il mercato da normale e opportuna occasione di
scambi e di crescita personale e sociale a luogo dove si decretano i valori
esistenziali.
La memoria è una facoltà inquietante, ma anche liberante, se ci
riporta al presente della nostra vita e al vero destino della nostra avventura
esistenziale. E mentre denunciamo ogni forma di male collettivo per non esserne
conniventi e per non essere accusati, dalle future generazioni, di colpevole
silenzio, non possiamo non denunciare la radice di ogni male e di ogni violenza,
che abita nell'abisso del nostro cuore, come nel cuore di ciascuno, come ebbe
a dire il Papa all'indomani dell'attacco terroristico in America: "Il cuore
dell'uomo è un abisso da cui emergono a volte disegni di inaudita ferocia".
Da questo male profondo, che sta alla radice di ogni male, soltanto la grazia
del Figlio di Dio - il Verbo fatto carne, l'Innocente messo a morte, il Glorificato
nel mondo nuovo della risurrezione - ci può radicalmente guarire.
Casalmaggiore (CR), 20 gennaio 2002
(Il presente documento è stato redatto da un gruppo di parrocchiani
della Parrocchia di Santo Stefano in Casalmaggiore. Stiamo raccogliendo le
adesioni, che vengono raccolte dalla domenica 20 gennaio alla domenica 3 febbraio
2002. Le adesioni si raccolgono in chiesa, ma possono essere fatte pervenire
anche alla Casa parrocchiale, piazza Marini 4, Casalmaggiore).