"Morti per una nobile missione li
affidiamo a Dio uno per uno"
Pubblichiamo il testo integrale dell'omelia pronunciata dal cardinale Camillo Ruini nella Basilica di San Paolo fuori le mura a Roma in occasione dei funerali delle vittime di Nassiriya il 18 novembre 2003
Celebriamo questa Messa di esequie, funerale di Stato per i caduti dell'attentato terroristico a Nassiriya, con animo profondamente commosso ma anche con intatta fiducia in Dio e con intima gratitudine per questi nostri fratelli, il cui sacrificio è di esempio e di monito per tutti noi. L'Italia intera ha gia manifestato in molti modi, in questi lunghi giorni dalla tragica notizia dell'attentato, un affetto, una riconoscenza e una solidarietà per i caduti, per i feriti e per i loro familiari che vengono dal cuore del nostro popolo e che esprimono la sua profonda unità e la consapevolezza del suo comune destino. Con questa Messa ci rivolgiamo a Dio nostro Creatore e Padre, onnipotente e ricco di misericordia, e gli affidiamo uno per uno questi nostri morti e le loro famiglie, ciascuno dei feriti, tutti gli italiani, militari e civili, che sono in Iraq e in altri Paesi per compiere una grande e nobile missione, e con loro questa nostra amata Patria, la pace nel mondo e il rispetto per la vita umana. Soltanto Dio, infatti, non può essere fermato dalle barriere della morte e soltanto il suo amore e il suo perdono sono più grandi del1'intera somma dei peccati che attraversano la storia del genere umano. Come abbiamo udito dalle parole dell'Apostolo Giovanni nella seconda lettura di questa Messa, in Gesù Cristo, risorto dai morti, Dio ci ha fatti realmente suoi figli, per il tempo che ci e dato di vivere su questa terra ma soprattutto per 1'eternità, quando saremo in contatto diretto con Lui, lo vedremo così come Egli è, lo ameremo con animo non diviso e parteciperemo per sempre alla pienezza della sua vita. Cari fratelli e sorelle, questa non è soltanto la nostra speranza, questa è la realtà del destino che attende ogni persona che si sforza di vivere con retta coscienza e generosità di cuore. Oggi, questo è il destino dei nostri caduti, che hanno accettato di rischiare la vita per servire la nostra nazione e per portare nel mondo la pace. E' questa e anche la più forte e sincera consolazione per le loro spose, figli, genitori, per i loro compagni d'armi, per tutti quelli che hanno loro voluto bene. Ascoltiamo ancora ciò che ci dice il Signore, attraverso le parole della Sapienza antica che abbiamo letto nella prima lettura: "le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,... la loro fine fu ritenuta una sciagura,... ma essi sono nella pace. Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza e piena di immortalità.