Dal
MISSALE ROMANUM
(ex decreto Sacrosancti Oecumenici
Concilii Vaticani II instauratum
Auctoritate Pauli PP. VI promulgatum
Ioannis Pauli PP. II cura recognitum
Anno Domini MMII)
Parrocchia di Santo Stefano
Casalmaggiore 2005
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Si riporta qui solo l'introduzione al presente fascicolo in quanto il documento è fotocopiato dal Missale Romanum
Sempre più di frequente capita di trovarsi, con i fedeli della parrocchia,
nella basilica di San Pietro in Vaticano o a Lourdes o in qualche altra assise
di carattere internazionale e di partecipare alla liturgia eucaristica celebrata,
per ovvii motivi, in lingua latina.
E succede che i nostri fedeli avvertano il disagio: non della lingua latina,
ma della loro forzata estraneità a tale lingua, perché nelle
nostre parrocchie non si celebra più nella lingua che è stata
per tanti secoli - e lo è tuttora, sia pure con l' opportuna introduzione
anche delle lingue moderne - la lingua universale della Chiesa cattolica.
Il Concilio Vaticano II, per venire incontro alle esigenze dei fedeli, ha
ritenuto utile l'uso delle lingue volgari, ma ha anche affermato che "l'uso
della lingua latina, salvo un diritto particolare, sia conservato nei riti
latini" (Sacrosanctum Concilium, n. 36). La stessa legislazione canonica
ha codificato tale richiesta dei Padri conciliari. Recita infatti il can.
928 del Codice di diritto canonico: "La celebrazione eucaristica venga
compiuta in lingua latina o in altra lingua, purchè i testi liturgici
siano stati legittimamente approvati".
E' sembrato quindi opportuno pubblicare questo "Ordo Missae" per
i fedeli, affinché - almeno qualche volta durante l'anno e nella liturgia
feriale - si possa celebrare in lingua latina, lasciando ovviamente l'uso
della lingua italiana per la proclamazione delle letture della messa.
Don Alberto Franzini
Casalmaggiore, 3 giugno 2005
Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù