DOMENICA
fra l'ottava di Natale o, se questa non ricorre, 30 dicembre
LITURGIA DELLA PAROLA
PRIMA LETTURA
Gen 15,1-6; 21,1-3
Dal libro della Genesi
In quei giorni, fu rivolta ad Abram in visione questa parola del
Signore: "Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua
ricompensa sarà molto grande". Rispose Abram: "Mio
Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede
della mia casa è Eliezer di Damasco". Soggiunse Abram:
"Ecco a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà
mio erede". Ed ecco gli fu rivolta questa parola dal Signore:
"Non costui sarà il tuo erede, ma uno nato da te sarà
il tuo erede". Poi lo condusse fuori e gli disse: "Guarda
in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle" e soggiunse:
"Tale sarà la tua discendenza". Egli credette
al Signore, che glielo accreditò come giustizia. Il Signore
visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva
promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio
nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò
Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.
SALMO RESPONSORIALE
Sal 104/105
Il Signore è fedele al suo patto.
Lodate il Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere.
Cantate a lui canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca:
voi stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.
SECONDA LETTURA
Eb 11,8.11-12.17-19
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo
per un luogo che doveva ricevere in
eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette
la possibilità di diventare
madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso.
Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla
morte, nacque una discendenza
numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole
che si trova lungo la
spiaggia del mare.
Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio
lui, che aveva ricevuto le
promesse, offrì il suo unico figlio,
del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che
porterà il tuo nome.
Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere
anche dai morti: per questo lo
riebbe e fu come un simbolo.
CANTO AL VANGELO
cfr. Eb 1,1.2
Alleluia, alleluia.
Molte volte e in diversi modi Dio ha parlato ai nostri padri per
mezzo dei profeti; oggi, invece, parla a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia.
VANGELO
Lc 2,22-40, forma breve 2,22.39-40
Dal vangelo secondo Luca
[Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge
di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme
per offrirlo al Signore,] come è scritto nella Legge del
Signore: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore";
e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani
colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme
c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio,
che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era
sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la
morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque
dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi
portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese
tra le braccia e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore, che
il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché
i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti
a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo
popolo Israele". Il padre e la madre di Gesù si stupivano
delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò
a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la
risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché
siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada
trafiggerà l'anima". C'era anche una profetessa, Anna,
figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto
avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal
tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro
anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e
giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento,
si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti
aspettavano la redenzione di Gerusalemme. [Quando ebbero tutto
compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea,
alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava,
pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.]
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